Nel 70 a.C., nonostante il sentimento di grande antipatia che divideva Pompeo e Crasso, specialmente da parte del secondo, che nutriva una grande invidia per le imprese militari del primo, i due si trovarono a dividere il consolato emanando una importante legge che stabiliva il completo ripristino dei poteri dei tribuni della plebe, smantellati di fatto da Silla pochi anni prima.
Il Triumvirato fu mantenuto segreto fino a quando il Senato non si oppose alla legge agraria proposta da Cesare che proponeva di fondare colonie di cittadini Romani e distribuire parti dell’ager publicus ai veterani di Pompeo.
Cesare subito portò la sua proposta di legge di fronte all’assemblea della plebe con un discorso che lo vide supportato da Crasso e Pompeo, rivelando in questo modo la loro alleanza. La legge agraria di Cesare fu quindi approvata, ed i Triumviri in seguito precedettero a sostenere l’elezione dell’aristocratico Publio Clodio Pulcro a tribuno della plebe, sbarazzandosi in questo modo sia di Marco Tullio Cicerone che di Marco Porcio Catone, entrambi fieri oppositori dei Triumviri.
Il Triumvirato proseguì per alcuni anni con accordi e impegni che favorivano ora uno ora l’altro con successo, per esempio Cesare ebbe, in qualità di proconsole, il governo delle Gallie e dell’Illiria, con il comando di quattro legioni, per cinque anni; il nuovo suocero di Cesare, Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, fu eletto console per il 58 a.C. e Pompeo e Crasso infine, ebbero un secondo consolato nel 55 a.C, prolungando quindi il proconsolato di Cesare per altri cinque anni in Gallia e assicurandosi per loro il governatorato della Spagna per quanto riguardava Pompeo e quello della Siria che si attribuì Crasso.
Questa preziosa alleanza non teneva però conto delle enormi ambizioni che coltivavano i tre, Crasso e Cesare in quanto legati da sentimenti di grande amicizia, erano spesso molto vicini nelle loro posizioni, ma la storica antipatia che divideva Crasso e Pompeo e l’invidia serpeggiante di Pompeo per le grandi imprese di Cesare in Gallia si facevano via via sempre più insidiose, mettendo seriamente a rischio l’accordo fra i tre.
La prematura morte della figlia di Cesare e moglie di Pompeo, con la quasi contemporanea disastrosa sconfitta di Crasso a Carrhae in Mesopotamia, misero naturalmente fine all’alleanza. Pompeo, rimasto a Roma, governava la Spagna per mezzo dei suoi legati, e lentamente si era sempre più allontanato dalle posizioni di Giulio Cesare, prese infatti in moglie la figlia di Quinto Cecilio Metello, appartenente ad una fazione particolarmente conservatrice del Senato, non che strenuo avversario di Cesare.
Pompeo fu eletto unico console nel 52 a.C., prendendo di fatto posizione contro l’ex alleato in modo da ostacolarne la prepotente ascesa che faceva paura a molti. Questo spinse Cesare a rientrare dalla Gallia e a varcare il Rubicone in armi, dando cosi il via ad una sanguinosa guerra civile che vide al suo epilogo Cesare dominare su tutto il mondo romano.