Il Regno di Suessiones

Negli ultimi decenni di sopravvivenza, l’impero romano d’occidente divenne terra di conquista di consistenti tribù barbariche che ormai imperversavano liberamente in tutto il suo territorio. Solo in alcune zone, rimaste ancora sotto il diretto controllo di Roma, vennero istituiti dei governi locali, affidati a generali di origine romana, che tentavano in tutti i modi di difendere quel poco che restava, una di queste zone passò alla storia come il regno di Suessiones.

Il Regno di Suessiones
Il Regno di Suessiones

IL REGNO DI SUESSIONES, CONTESTO STORICO:

La fine dell’impero romano d’occidente viene fatta solitamente coincidere con il 476 d.C., anno nel quale l’ultimo sovrano Romolo Augustolo venne deposto da Odoacre, con il conseguente invio delle insegne imperiali a Costantinopoli, ma la data, visti gli eventi di quegli anni è più che altro simbolica. La parte occidentale, infatti già da diversi decenni era allo sbando più totale, preda com’era delle agguerrite tribù barbariche che ormai infierivano sui resti dell’antica super potenza,  ormai troppo priva di risorse militari ed economiche per poter organizzare una qualche forma di difesa. Anche politicamente il 476 d.C., non rappresenta un cambiamento epocale, ma semplicemente sancisce un passaggio di consegne, con l’invio delle insegne a Costantinopoli, e il riconoscimento a patrizio di Odoacre, non che di governante sulla penisola italica, per conto dell’imperatore d’oriente, Zenone,  formalmente si riunì, dopo due secoli, l’impero in una sola entità politica. Dal punto di vista strettamente  giuridico, invece, una data che potrebbe avere ben altro significato, come termine dell’impero d’occidente, potrebbe essere quella del 480 d.C., anno della morte del legittimo sovrano Giulio Nepote. Quattro anni prima infatti, Romolo Augustolo, abdicò e venne esautorato da Odoacre, ma questi non era altro che un usurpatore, insediato  dal padre, Oreste, un altro generale barbarico, che ottenne ciò che voleva dopo aver assediato Ravenna e imposto il figlio al Senato con la forza. Odoacre infatti, governò fino al 480 d.C., proprio in nome di Nepote, per il quale fece coniare anche alcune monete, mentre quest’ultimo regnava sulla sola Dalmazia, tenendosi ben lontano dall’Italia per reclamare il suo legittimo potere dal capo barbaro. Dopo la morte di Nepote, Odoacre si rese di fatto indipendente, ma forse a ben pensare, nemmeno il 480 d.C., potrebbe essere una data corretta per indicare la fine dell’impero occidentale. Dopo quella data rimanevano ancora operative almeno tre unità statali nominalmente romane: la Mauretania, la Britannia, anche se ormai abbandonata, e la Francia settentrionale, nota come il regno di Suessiones, dal nome della città principale di quella regione, e oggi odierna Soissons.

IL REGNO DI SUESSIONES, la disgregazione dell’impero d’occidente:

Sul finire del 406 d.C., l’avanguardia di una grande invasione barbarica che avrebbe devastato gli ultimi decenni di vita dell’impero, varcò il fiume Reno isitituendo dei veri e propri regni organizzati, riconosciuti dall’ormai debole autorità romana, in cambio della promessa di difendere quel che rimaneva dei domini di Roma. Difendere non solo i confini ma anche l’antico onore della città era anche il compito che si prefiggevano convintamente alcuni generali di origine romana che erano stati messi alla guida dei territori ancora sotto il controllo dell’Urbe. Una delle regioni, emblema della resistenza romana, risparmiata dalle vessazioni barbariche era proprio il regno di Suessiones, rimasto per anni ai margini delle turbolente vicissitudini imperiali, e che si ritagliò un ruolo di prim’ordine nel 458 d.C., con la salita al potere dell’imperatore Maggioriano. In quell’anno  Egidio, strenuo difensore di Roma, cresciuto sotto l’ala del celebre generale Ezio, e grande compagno d’armi del nuovo sovrano, intraprese insieme all’imperatore una vasta campagna militare tesa a riconquistare buona parte di tutti i territori fino ad allora perduti, ripristinando quindi l’autorità romana. Con la salda guida di Egidio, quasi tutta la Gallia e una parte della Spagna, furono riconquistate, successi grazie ai quali acquisì da Maggioriano in persona, il ruolo di Magister Militum in Gallia, stanziatosi poi nella città di Suessiones, divenne un pilastro del potere imperiale, governando l’intera regione per conto di Roma. L’equilibrio però fu di breve durata, solo tre anni più tardi Maggioriano venne assassinato da una congiura ordita dal barbaro Ricimero,  comandante in capo delle forze imperiali, nominando poi Libio Severo, un sovrano fantoccio che rispondeva solo ai suoi ordini. Egidio naturalmente si rifiutò di riconoscerlo, così Ricimero si rivolse ad un suo seguace, ordinandogli di recarsi in Gallia per arrestare il generale rivoltoso. In un periodo già di per se travagliato, ne nacque un quanto mai inopportuno conflitto civile, che tuttavia non vide prevalere ne l’una ne l’altra parte, a causa delle esigue forze a disposizione. A quel punto Egidio cercò l’appoggio dei Franchi, stanziati nel vicino Belgio, mentre Ricimero si rivolse ai Visigoti, approvando loro numerose concessioni, fra le quali l’importante centro di Narbona, nella Gallia meridionale, un atto che sostanzialmente tagliava in due tronconi quel che restava dell’impero d’occidente. La vittoria arrise ad Egidio, che però si ritrovava pericolosamente isolato, dato che l’unica autorità che riconosceva era il lontano impero d’oriente, in più anche i pericolosi Burgundi, vennero inviati contro di lui da Ricimero nel tentativo di eliminarlo, ma ancora una volta ad Orleans, il generale romano ottenne un’altra decisiva vittoria, che scoraggiò definitivamente i propositi bellicosi di altre tribù barbariche e dello stesso Ricimero, che si vide così costretto a mettersi l’animo in pace.

Il Regno di Suessiones
Il Regno di Suessiones

il dominio di suessiones:

Dopo aver chiesto aiuto ai Franchi, Egidio si trovò suo malgrado ad essere il principale freno all’espansione dei barbari alleati, gli accordi precedentemente stipulati vennero quindi stracciati, e dall’alleanza si passò in breve tempo ad una conclamata ostilità. Nel 464 d.C., proprio a seguito di una congiura organizzata da alcuni sicari franchi, il generale Egidio trovò la morte, lasciando il suo posto ad un certo Paolo, la cui reggenza fu di brevissima durata dal momento che pochi mesi dopo venne anch’egli assassinato senza lasciare traccia. Formalmente il dominio di Suessiones era ancora una regione dell’impero romano, ma l’evolversi dei tempi e della situazione aveva cambiato non poco le carte in tavola, il regno di Suessiones era infatti ormai lontanissimo e irraggiungibile da un qualsiasi funzionario romano, per cui alla morte di Paolo, nessuno ebbe a ridire sull’elezione del figlio Siagrio, come governatore della regione con il titolo di Dux. Nel decennio successivo, Siagrio tentò in ogni modo di limitare le scorribande dei Visigoti, ormai diventati una potenza militare all’altezza della stessa Roma, li attaccò con decisione anche quando l’allora imperatore Antemio, in un ultimo disperato tentativo di ripristinare l’autorità imperiale, decise di dichiarare loro guerra. I modesti risultati ottenuti vennero tuttavia resi vani dalla sconfitta romana a Capo Bon nel 468 d.C., alla quale si aggiunse pochi anni più tardi l’ennesima rivolta barbarica capeggiata dal solito Ricimero, che si concluse con la morte dell’imperatore Antemio. Si alternarono poi come sovrani, Anicio Olibrio, il cui regno fu brevissimo, e Glicerio, che per salvaguardare la penisola italica, ormai priva di difese, tentò di aizzare in tutti modi i Visigoti ad attaccare il regno di Siagrio. Il regno di Suessiones riuscì a resistere alla nuova ondata di attacchi, dovendo però accettare il dominio visigoto su tutta la Gallia centro meridionale. Nel 475 d.C. fu la volta di Giulio Nepote, uomo forte di Costantinopoli, che depose Glicerio, entrando in una Roma ormai lontanissima dagli antichi fasti. Come prima cosa il nuovo imperatore riconobbe uffcialmente il regno Visigoto e quello Vandalo, con la speranza di guadagnare il tempo necessario per risanare, almeno in parte, le casse dello stato, ma proprio in conseguenza di questa stabilità quasi insperata, dovendo smobilitare numerosi contingenti dell’esercito, che ormai era costituito da barbari nella sua quasi totalità, Nepote si ritrovò contro quei reparti che avrebbero dovuto difenderlo, e che lo costrinsero a ritornare da dove era venuto. Al suo posto venne nominato capo dell’esercito, il barbaro Flavio Oreste, che subito dopo, impose al Senato l’elezione a sovrano del suo giovane figlio, Romolo Augustolo.

Nel frattempo, Siagrio tentò in ogni modo di cercare nella vicina Britannia, aiuti preziosi, rimanevano infatti nell’isola, ormai abbandonata e barbarizzata, alcuni funzionari latini di basso profilo, che per qualche tempo riuscirono comunque a mantenere una parvenza di governo nella parte sud dell’isola. Proprio fra questi spicca la figura di Ambrosius Aurelianus, che potrebbe aver dato il via alla leggenda di Re Artù. Se Siagrio non fosse riuscito a creare una via per ricongiungere il suo regno con quello dell’impero, i barbari avrebbero presto avuto la meglio anche su di lui.

La stagione, anche per il regno di Suessiones, volgeva al termine, nel 480 d.C., con la morte di Giulio Nepote, l’ultima rappresentanza di legittimità imperiale veniva a mancare, lo stesso Siagrio ormai regnava su di una popolazione sempre più imbarbarita che a stento comprendeva le sue parole, mentre l’imperatore d’oriente, lontanissimo da quella realtà, era tutt’altro che interessato a cercare di riportare la romanità in quelle terre, ormai preda dei barbari. La storia del regno di Suessiones, si concluse quando, Clodoveo riuscì a riunire sotto un’unica bandiera diversi piccoli regni franchi, convogliandoli sotto le porte di Suessiones, la battaglia che si venne a creare, vide la netta vittoria dei franchi, anche se va detto che i soldati sul campo ormai non differivano in nessun modo gli uni dagli altri, l’antica disciplina romana era solo un lontano ricordo, così come le insegne che precedevano le legioni. Con la sua sconfitta e la seguente inutile fuga presso i Visigoti, Siagrio fu certamente l’ultimo uomo ad alzare le insegne romane, in un mondo ormai irrimediabilmente cambiato.

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Gli ultimi soldati di Roma: Siagrio e il Dominio di Suessiones

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