Il rifiuto alla corona di Giulio Cesare

Il rifiuto alla corona di Giulio Cesare rappresenta un piccolo ma decisivo passaggio, di poco antecedente alle celebri idi di marzo del 44 a.C.. L’episodio avvenne durante la ricorrenza dei Lupercali, circa un mese prima che il dittatore romano venisse pugnalato a morte al culmine della congiura messa in atto dai cesaricidi.

Il rifiuto alla corona di Giulio Cesare
Il rifiuto alla corona di Giulio Cesare
IL RIFIUTO ALLA CORONA DI GIULIO CESARE, ANTEFATTO E FESTA DEI LUPERCALI:

Giulio Cesare venne assassinato durante una seduta del Senato il 15 marzo del 44 a.C., ma proprio un mese esatto prima, il 15 di febbraio, accadde un evento che risulterà decisivo per la piega che poi avrebbero preso gli eventi da li a 30 giorni. Quel giorno Giulio Cesare, durante la festa dei Lupercali, sedeva sopra ad un seggio dorato, al di sopra dei rostri, indossando un mantello color porpora, e osservava lo svolgimento della festa.

I LUPERCALI:

I Lupercali erano delle antichissime celebrazioni romane di purificazione, associate alla figura di Luperca che secondo la leggenda era la moglie del pastore Faustolo, colui che trasse in salvo Romolo e Remo dalle rive del Tevere, ma anche legate a Luperco antico dio latino associato a Marte. La festa che veniva celebrata da due cortei diversi, uno dai Luperci Quintili e uno dai Luperci Fabiani, si svolgeva innanzi al Lupercale, il luogo dove Faustolo avrebbe rinvenuto i due gemelli. I due cortei convergevano davanti al luogo sacro provenienti da direzioni diverse, dopo di che, una volta giunti sul posto, avrebbero immolato alcuni animali destinati al sacrificio, il tutto mentre le vergini vestali distribuivano focacce cucinate con le prime spighe della precedente mietitura. Subito dopo venivano selezionati due giovani, uno per ogni corteo, che sarebbero stati toccati in fronte con un coltello bagnato del sangue degli animali sacrificati, e poi asciugati con lana inumidita nel latte. Il rituale proseguiva con i due giovani che avrebbero dovuto indossare le pelli degli animali immolati, e con una parte di esse, ritagliare alcune strisce che avrebbero poi usato per percuotere quante più donne possibile attorno al colle Palatino, come segno propiziatorio alla fecondazione.

IL RIFIUTO ALLA CORONA DI GIULIO CESARE,:

Dopo lo svolgimento del rituale, i due cortei venivano riuniti per dare vita ad una processione, che quel giorno passò proprio davanti allo stesso Cesare. Ad un certo punto un tale di nome Licinio, venne innalzato al di sopra della folla e offrì una corona a Cesare che sedeva in posizione più elevata, ma il dittatore romano non la prese neppure in considerazione. Immediatamente dopo, Cassio, insieme a Bruto uno dei principali cesaricidi, si avvicinò, raccolse la corona e la pose direttamente sulle ginocchia di Cesare, che rifiutò l’offerta. Successivamente anche Casca, che un mese più tardi sferrò la prima pugnalata, rinnovò l’offerta della corona a Giulio Cesare, che nuovamente rifiutò. Ironia della sorte fece si che proprio il futuro triumviro, Marco Antonio, che guidava la processione, raccolse la corona e la pose direttamente sul capo del conquistatore delle Gallie. Il popolo a quella vista iniziò a rumoreggiare, alcuni lo invocavano “Rex”, altri non ne furono felici, anche se la cacciata del Re Tarquinio il Superbo risaliva a quasi cinque secoli prima, l’argomento a Roma era ancora un vero tabù. A quel punto Giulio Cesare tolse la corona e improvvisamente la gettò tra la folla, sostenendo che l’unico  Re di Roma era Giove Ottimo Massimo, dando poi ordine che l’oggetto venisse trasportato al tempio del Dio, sul Campidoglio, visto che, secondo Cesare, poteva appartenere solo alla divintà. Esiste però un’altra versione dell’accaduto, secondo la quale Marco Antonio pose la corona sul capo di Cesare con la volontà di ingraziarselo, o per avere un’ultima possibilità per essere da lui adottato, dopo di che dopo averlo nuovamente abbracciato, riprese la corona e la pose sul capo di una vicina statua dello stesso Cesare. L’evento in se, insieme ad altri, costituì nei congiurati una rinnovata volontà di velocizzare il loro piano, visto che Cesare in quell’occasione aveva dato una prova concreta della sua ambizione.

L'assassinio di Cesare
L’assassinio di Cesare
IL RIFIUTO ALLA CORONA DI GIULIO CESARE, CONSIDERAZIONI FINALI:

Giulio Cesare venne eletto dittatore esattamente il giorno precedente, il che rende il gesto di Marco Antonio quanto meno sospetto, anche perchè va ricordato che il futuro triumviro, un mese dopo si salvò dall’attentato in Senato perchè allontanato con una banale scusa, ma anche perchè aveva le capacità di sventare il piano di Bruto e Cassio. Oggi è comunque impossibile risalire ai fatti realmente accaduti, non possiamo quindi sapere se il gesto di Antonio sia stato il frutto di una trama politica, oppure sia stato totalmente sincero, o ancora dovuto ai fumi dell’alcool a cui Antonio era molto avvezzo. Dalle fonti che ci raccontano l’accaduto c’è un altro fattore che fa riflettere, sotto i rostri sopra i quali sedeva Cesare, la folla incitava Cesare e lo chiamava “Rex”, mentre più indietro tutti dissentivano, come se un gruppo organizzato di congiurati tendesse a fare uscire allo scoperto le reali intenzioni del dittatore romano.

Questo piccolo avvenimento, che sia stato fortuito o organizzato da qualcuno, ebbe certamente grandi ripercussioni sugli eventi successivi, un mese dopo Cesare cadde vittima della congiura messa in atto da Bruto e da Cassio, dalla quale si tenne fuori Cicerone che comunque avrebbe voluto che cadesse nel tranello anche Marco Antonio. All’apertura del testamento di Cesare, si apprese che la maggior parte dei suoi averi sarebbero andati al pronipote diciannovenne, Gaio Ottavio e non a Marco Antonio che risultò soltanto terzo nella linea di successione. Quel che è sicuro è che Giulio Cesare ritenesse l’esperienza repubblicana al termine, tant’è che lo stesso Svetonio nella sua “Vita dei Cesari” riporta le parole dello stesso Cesare che sosteneva, “….la repubblica non è nient’altro che un nome senza corpo né anima”.

credits to:

http://storieromane.altervista.org/i-lupercali-cesare-rifiuta-la-corona/

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