Fatta eseguire da Commodo durante il suo regno (180-192), la colonna di Marco Aurelio, si staglia ancora oggi nella sua originale posizione. Il monumento fu eretto per celebrare le campagne vittoriose di Marco Aurelio sulle popolazioni germaniche dei Marcomanni e dei Quadi. La colonna è alta quasi 30 metri e oggi da il nome alla piazza che la ospita, ovvero piazza Colonna, proprio di fronte a palazzo Chigi.
Il monumento è interamente ricoperto da bassorilievi che si inerpicano fin sulla sommità, se ci fosse la possibilità di “srotolare” il fregio scultoreo esso misurerebbe ben 110 metri, e la sua costruzione è stata fortemente ispirata dall’altra famosa colonna, quella di Traiano. Il basamento era anch’esso ornato di bassorilievi che durante la ristrutturazione effettuata da Papa Sisto V andarono distrutti, essi furono poi sostituiti con un iscrizione che riporta tutt’oggi l’errata dedica all’Imperatore Antonino Pio; sulla sommità originariamente dominava una statua di Marco Aurelio andata purtroppo perduta durante il Medioevo, la statua in bronzo che ne ha preso il posto, invece, rappresenta San Paolo e fu sistemata sempre da Papa Sisto V nel 1589.
Intorno al fusto del monumento si avvolge a spirale per venti volte un fregio scultoreo che mostra scene di battaglie e grandi schiere di nemici sconfitti durante le guerre combattute dai romani contro quelle popolazioni che in quel tempo erano stanziate lungo il fiume Danubio, i Marcomanni e i Quadi. Malgrado la colonna di Marco Aurelio fu innalzata cercando di ripetere il modello traianeo, le differenze tra i due monumenti sono evidenti, mentre su quella di Traiano i rilievi hanno caratteristiche più morbide e precise, su quella di Marco Aurelio tutto si inasprisce, le figure diventano più spigolose e i paesaggi sono più scarni, la ripetitività delle scene a volte prende il sopravvento, le scene sono più schematiche, inoltre l’Imperatore Marco Aurelio, viene sempre rappresentato su di un piano più distaccato come per mostrare la sua preminenza, al contrario di Traiano che viene sempre illustrato in mezzo ai propri soldati, conferendogli quel tono di umanità che viene a mancare invece sul monumento costruito da Commodo. La narrazione degli eventi, non in ordine cronologico, si fa sempre più drammatica alternando scene cruente a episodi miracolosi, come la pioggia che salvò l’esercito romano in carenza di acqua, accerchiato dai Quadi.
L’affievolirsi di maestranze greche negli anni di Commodo, può spiegare le evidenti differenze di stile che caratterizzano la Colonna di Marco Aurelio, i monumenti vennero quindi affidati alla costruzione di scultori che avevano sicuramente appreso il lavoro dai loro predecessori, ma che lo impostarono da quegli anni in avanti verso uno stile più essenziale, più povero ma comunque di alto livello, se così vogliamo dire, uno stile che sfocerà un secolo dopo nella forma artistica del tardo impero.