La Diarchia di Valeriano e Gallieno

La Diarchia di Valeriano e Gallieno, venne a svilupparsi dopo il 253 d.C., quando il primo di questi venne elevato alla porpora imperiale dopo lo scontro con il rivale Emiliano, una volta resosi conto dell’ingovernabilità dell’impero, già sottoposto alle continue pressioni barbariche sui confini danubiani.

la diarchia di Valeriano e Gallieno,, aureo di Valeriano
la diarchia di Valeriano e Gallieno,, aureo di Valeriano

la diarchia di valeriano e gallieno, contesto storico:

Nel 253 d.C., una nuova e vasta invasione dei Goti, si diresse, devastandone i territori, fino ad Efeso, via mare, e poi spingendosi ancora più internamente verso la regione della Cappadocia, cuore dell’odierna Turchia. L’allora governatore della Mesia, Emiliano, già da tempo era impegnato a ripulire i confini dalle continue incursioni dei barbari, scontrandosi in maniera efficace con il capo dei Goti, Cniva, nella primavera di quell’anno, ottenendo grazie a questi successi, l’acclamazione dei suoi soldati come “imperator”. Un altro fronte però si stava per creare, perchè i Sasanidi del Re Sapore I, approfittando di questo periodo di disordine, si organizzarono e sfondarono il confine orientale spingendosi fino alla Siria e conquistando l’importante centro di Antiochia. Nel frattempo il debole sovrano romano in carica, Treboniano Gallo, trovò la morte, assassinato dai sicari mandati dall’usurpatore Emiliano. Appresa questa notizia, l’allora governatore della Rezia, Valeriano, si dichiarò anch’egli imperatore, e con i suoi uomini marciò su Roma, fino a quando nell’estate del 253 d.C., gli eserciti dei due autoproclamatisi sovrani, si scontrarono in Umbria, probabilmente nei pressi dell’odierna Spoleto. Tuttavia lo scontro armato, di fatto non accadde, perchè gli uomini di Emiliano lo tradirono improvvisamente, uccidendolo, per poi passare dalla parte di Valeriano, che ora si trovava come unico uomo al comando.

la diarchia di valeriano e gallieno

La Diarchia di Valeriano e Gallieno, di fatto prese corpo subito dopo che il primo venne riconosciuto come sovrano anche dal Senato, nell’ottobre del 253 d.C., quando le continue pressioni barbariche sul fronte danubiano e lo sfondamento dei Persiani ad oriente, fecero capire al nuovo sovrano che da solo non avrebbe mai potuto concentrarsi su due fronti, così, elesse come suo collaboratore il figlio Gallieno, affidandogli la gestione della parte occidentale dell’impero e riservando per se stesso quella orientale. Valeriano così partì immediatamente verso la Mesopotamia, ricacciando indietro i Sasanidi, riconquistando Antiochia, per fare ciò Valeriano impegnò gran parte delle forze a sua disposizione, lasciando perciò campo libero a nuove ondate barbariche che tornarono a devastare la Tracia, la Macedonia, l’Acaia,  e i territori del Ponto. Questi nuovi pericoli portarono Valeriano a ripristinare le antiche mura di Atene e di altre città del Peloponneso. Il punto più basso doveva però ancora arrivare, nel 260 d.C., l’imperatore Valeriano venne sconfitto e fatto prigioniero dai Sasanidi, dove poi trovo misteriosamente la morte, senza che i romani fossero poi in grado di riorganizzare una spedizione militare in grado di riscattarlo, una delle pagine più buie della storia romana.

la diarchia di Valeriano e Gallieno,, busto di Gallieno
la diarchia di Valeriano e Gallieno,, busto di Gallieno

la diarchia di valeriano e gallieno, la scissione dell’impero:

Come immediata conseguenza di questa sconfitta bruciante, l’impero si divise in tre parti per almeno una quindicina di anni, e ognuna di esse prese direzioni a se stanti, una situazione che a prima vista poteva sembrare l’inizio della fine, ma che in realtà permise all’impero di sopravvivere. Ad occidente prese così piede l’impero delle Gallie, gestito dall’usurpatore Postumo fino al 268 d.C., fino ad arrivare a Tetrico dal 271 al 274 d.C., ad oriente invece nacque il potente regno di Palmira gestito dalla potente regina Zenobia, insieme al marito Settimio Odenato prima, e con il figlio Vaballato poi. Di quello che si venne a creare, così scrive Eutropio:

«Avendo così Gallieno abbandonato lo Stato, l’Impero romano fu salvato in Occidente da Postumo ed in Oriente da Odenato.»

In occidente infatti l’impero delle Gallie, gestito da Postumo, non si limitò solo a formare un proprio Senato nella Capitale designata di Augusta Treverorum, ma la classe dirigente si attribuì anche i classici titoli di console, pontefice massimo o di tribuno della plebe, coniarono monete proprie grazie alla zecca di Lugdunum, in loro possesso, sempre però con l’idea di tornare ad un’unione con Roma e perciò non avendo alcuna intenzione ostile verso di essa, ma  anzi con lo scopo dichiarato di ergersi a difensori dell’impero dalle incursioni di Sassoni, Franchi e Alamanni. L’impero delle Gallie svolse a pieno il suo compito permettendo di fatto a Roma di mantenere tutto il lato occidentale dell’impero. Gallieno, dal canto suo, indebolito e rimasto sovrano della parte centrale che restava, fu costretto a scendere a patti con il regno di Palmira per non restare schiacciato, concedendo al sovrano Settimio Odenato il titolo di “Dux Orientis”, una sorta di potere pressochè illimitato nei territori sotto il suo dominio. Gallieno da li a poco finì però assassinato da alcuni ufficiali illirici nel 268 d.C..

la diarchia di valeriano e gallieno, conclusioni:

Se da un lato sembra che sotto Gallieno, l’impero abbia attraversato uno dei periodi più bui della sua storia, questo imperatore rappresenta un inequivocabile punto di svolta, e non è certamente un caso se in un periodo così caotico, dove essere imperatore era quasi sinonimo di morte certa, egli riuscì a governare per ben 15 anni, sette associati al padre e altri otto da solo, era infatti dai tempi di Settimio Severo che un sovrano non governava per così tanto tempo. Gli storici oggi rivalutano decisamente il suo operato, infatti anche se all’epoca le sue concessioni potevano sembrare un segno di debolezza, a conti fatti risultarono decisive per permettere all’impero di sopravvivere alla disgregazione totale, creando di fatto le basi per la futura riunificazione avvenuta con Aureliano solo pochi anni dopo. creando anche i presupposti per una ripresa che sfociò nella Tetrarchia di Diocleziano nel 284 d.C..

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