Le radici romane dell’Italia

Si può ben affermare che le radici romane dell’Italia, affondino in epoche ben più antiche, è sufficiente ricordare solo alcune delle civiltà che la popolavano fin dall’alba dei tempi per renderci conto di tale affermazione:

Le radici romane dell'Italia
Le radici romane dell’Italia

I Camuni della Valcamonica che hanno lasciato le loro testimonianze con incisioni rupestri risalenti ad almeno settemila anni prima di Cristo, oppure il megalitismo delle civiltà nuragiche in Sardegna, ancora oggi ammantato dal mistero per le sue particolari strutture e per il loro allineamento, una civiltà che già duemila anni prima di Cristo, entrò in contatto con i principali porti del Mediterraneo allora esistenti. Oppure ancora i Liguri che dal 2000 a.C., fino almeno al secondo secolo a.C., diedero vita ad una cultura di stampo marittimo, dedita in particolar modo alla navigazione e agli scambi commerciali via nave. Spostandoci nel centro della penisola, avremmo poi trovato i Latini, presenti già anch’essi da almeno 2000 anni  prima di Cristo in quei territori con il loro centro principale rappresentato dalla città di Alba Longa. E cosa dire infine degli Etruschi? Una civiltà che ebbe un’influenza determinante su tutto ciò su cui Roma basò la sua storia millenaria, e presenti in quasi tutte le regioni del centro Italia, dall’Emilia Romagna alla Campania. Una menzione va fatta sicuramente anche per i Veneti che fanno la loro comparsa nel nord est fra l’ottavo e il settimo secolo a.C., provenienti dall’est Europa, erano già in possesso di grandi conoscenze a livello tecnologico e artistico. Questo solo per citare le civiltà più importanti, ma non possiamo certo non citare anche i Sanniti, gli Equi, i Dauni, i Volsci e gli Osco-Umbri, tutto questo per dimostrare di quanto varia potesse essere la popolazione dell’epoca che poi amalgamandosi e mischiandosi diede vita ad altre etnie e ad altri costumi. Sono questi dunque i popoli dai quali si svilupparono le radici romane dell’Italia, non si può certo affermare il contrario, soprattutto perchè le caratteristiche di razionalità, di combattività, di democrazia, e di organizzazione, tipiche di molte culture citate in precedenza, furono tutte assimilate e inglobate nello spirito di Roma, come poi la storia ci ha ampiamente insegnato.

Le radici romane dell’italia, le origini di roma:

I primi abitanti della Capitale furono dei semplici contadini e pastori che conducevano una vita modesta, ma già movimentata, in quanto le tribù vicine tendevano spesso a spostarsi e a invadere i loro campi. All’età del ferro, i primi romani conobbero l’arrivo dei Latini, di stirpe indoeuropea e quindi non originari del luogo, in pratica quelli che la leggenda vuole in fuga da Troia in fiamme, e condotti da Enea sulle sponde laziali. Roma quindi si formò con la fusione di molte genti, favorita anche dal passaggio dell’era neolitica a quella dei metalli, il che permise il sorgere di altre civiltà sia al nord, sia al sud Italia.

Già a partire dai primi anni della monarchia, potevano dirsi romani solo coloro che abitavano entro le mura di Roma, ma già arrivavano copiose le lamentele delle tribù italiche che pur essendo prive di cittadinanza, il che garantiva una serie di importanti vantaggi, si trovavano comunque a difendere la città da nemici esterni, una situazione che ebbe maggiore risalto durante le guerre puniche. Per tentare di venire incontro alle richieste, a Roma si inziò ad annettere i territori più prossimi alla città, mentre le città italiche conquistate più tardi vennero ordinate in municipi, comunità cittadine dipendenti da Roma, colonie, formate da ciitadini di Roma trasferiti nei territori conquistati, e città alleate, legate alla Capitale da vincoli e accordi, ma che mantenevano tuttavia la loro autonomia. Se quindi durante il periodo repubblicano si potevano definire romani solo gli abitanti della città, a metà del I secolo a.C., dopo l’approvazione di una serie di leggi scaturite dalla guerra sociale fra Mario e Silla, poteva fregiarsi della cittadinanza la quasi totalità della penisola italica.

Le radici romane dell'Italia
Le radici romane dell’Italia

Le radici romane dell’italia, la romanizzazione degli italici:

Già a partire dal II secolo a.C., in un modo o nell’altro, Roma, governava e influenzava le scelte di tutte le genti della penisola italica,  quindi dalla sua forte posizione di predominanza si trovò il modo per assimilare e integrare le diverse culture esistenti, attraverso l’insegnamento della lingua, nel modo di vestire, o dall’utilizzo delle terme, oppure ancora dagli spettacoli nelle arene. Questo metodo funzionò sistematicamente in ogni insediamento, supportato ulteriormente dalle elargizioni di terreni da coltivare, in varie zone d’Italia, ai legionari in congedo.  Con il procedere dell’espansione dei confini, anche cittadini non italici iniziarono ad ottenere l’agognata cittadinanza romana, principalmente per aver svolto un lungo servizio sotto le armi a difesa di Roma, nel I secolo d.C., si calcola che circa il 20%  della popolazione imperiale ottenne lo status di cittadino romano. Dal 212 d.C., durante il principato di Caracalla le cose cambairono radicalmente, con la promulgazione della Constitutio Antoniniana, la cittadinanza veniva estesa a ogni persona vivente all’interno dei confini imperiali, venendo così meno la coincidenza etnica e giuridica di romano, venivano equiparati anche tutti i cittadini della parte orientale, che continuarono ad essere romani, pur non essendolo di sangue, fino al 1453.

Le radici romane dell’italia, quale eredita’?:

L’Italia conta oggi circa 60 milioni di abitanti, e a parte le ondate migratorie degli ultimi decenni, la maggior parte di essi conservano ancora i geni degli antichi romani, intesi come italici romanizzati. Ben sappiamo che noi italiani abbiamo senza alcun dubbio ereditato dai nostri lontani antenati le capacità artistiche, la pittura, la scultura, e l’architettura, un bagaglio culturale che poi è stato decisivo per lo sviluppo dell’umanesimo, del rinascimento e del barocco, tutti stili italiani, poi diffusi in tutto il mondo!. Gli antichi romani hanno lasciato innumerevoli meraviglie architettoniche, sparse su tutto il territorio imperiale, ma il luogo d’origine dove le idee e i progetti più all’avanguardia del periodo trovarono terreno fertile, fu senza dubbio fra i confini italici, la culla della nostra civiltà. Anche il latino si può dire che si sviluppò alla stessa maniera, sostituendo dall’età imperiale ogni lingua pre-romana esistente, radicandosi poi nei secoli, e rendendola di fatto indelebile, cosa che permise nei secoli a venire di trasformarsi nei volgari neolatini, da cui nacque l’odierna lingua italiana e i suoi rispettivi dialetti. Prova diretta della forza del latino, sono state le successive invasioni longobarde, o le influenze romano-elleniche provenienti dall’oriente, che a parte l’introduzione di qualche termine, non scalfirono la lingua già in uso, anzi, i Longobardi e i Franchi in particolare, la adottarono anch’essi.

Le radici romane dell’italia, conclusioni:

In conclusione parliamo del DNA, che secondo molti storici e studiosi si sarebbe diluito, fino a scomparire a causa delle numerose invasioni che si sono succedute nei secoli, ma proviamo a fare un piccolo ragionamento in proposito. Quasi tutti gli storici concordano sul fatto che durante il periodo delle invasioni barbariche, fra Eruli, Vandali, Longobardi e Ostrogoti, non più di 500.000 uomini varcarono i confini italici, a fronte di una popolazione romana che contava all’epoca di circa 7 milioni di abitanti. Pochi anni dopo la data ufficiale della caduta dell’impero d’occidente, circa 300.000 Ostrogoti entrarono in Italia, formando un regno barbarico, poi eliminato dai Bizantini, e ridotto ad una presenza di soli 30.000 uomini nel 537 d.C.. Anche per quel che riguarda i Longobardi parliamo di un numero di occupanti non superiore ai 350.000, fra uomini, donne e bambini, e cioè di una percentuale che va dal 2 all’8% della popolazione romana esistente. Una seconda importante ondata straniera in Italia la troviamo all’epoca dell’invasione araba della Sicilia, ma anche in questo caso parliamo di poche decine di migliaia di uomini, e anche tutte le successive conquiste spagnole, francesi o austriache, altro non furono che semplici occupazioni militari e non migrazioni di massa in grado di stravolgere equilibri etnici di una popolazione. La domanda quindi è….siamo cosi sicuri che nel nostro sangue, oggi non scorra ancora il sangue dei nostri antichi predecessori?

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https://www.romanoimpero.com/2022/05/origini-romane-dellitalia.html#:~:text=La%20storia%20dell’Italia%20romana,e%20il%20II%20secolo%20a.c.

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