L’incontro fra Annibale e Scipione

L’incontro fra Annibale e Scipione l’Africano, rappresenta un momento storico avvenuto poco prima della decisiva battaglia di Zama, combattuta nel 202 a.C. e che vide i romani prevalere sul fortissimo generale cartaginese.

L'INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE
L’INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE

Publio Cornelio Scipione, che dopo questo successo, venne soprannominato “Africano”, decise, al pari del suo acerrimo avversario, di lasciar spazio ad un ultimo tentativo diplomatico per evitare che la battaglia che sarebbe seguita da li a poco, causasse altre migliaia di vittime. L’incontro fra Annibale e Scipione era molto di più di una discussione fra i due generali più forti dell’intero Mediterraneo, era un confronto diplomatico che racchiudeva in se uno scontro epocale fra due culture e due mondi opposti che stavano per affrontarsi in modo decisivo. Annibale ormai da un ventennio si faceva precedere dalla sua fama per le incredibili e gloriose imprese da lui compiute, prima per essere arrivato in Italia attraversando le Alpi innevate con un esercito non abituato a quelle temperature estreme, con tanto di elefanti al seguito, e poi per aver assestato alla potenza romana, diverse sconfitte, la più rinomata delle quali è sicuramente quella di Canne, universalmente riconosciuta come la peggiore disfatta subita da Roma in tutta la sua storia. Dalla parte opposta c’era invece Scipione, che di Annibale in un certo senso era allievo, il generale romano infatti, in tutti quegli anni difficili, aveva cercato di imparare quanto più possibile dalle tattiche militari nemiche, analizzando le battaglie vinte dal cartaginese e tentando di metterle in pratica a sua volta. In poco tempo Scipione cambiò il volto alla guerra,  riconquistò prima tutta la penisola iberica per poi portare il conflitto alle porte della stessa Cartagine. Da anni ormai nessun romano aveva osato sfidare Annibale in campo aperto, memore delle carneficine passate, Scipione invece non mostra paura, sicuro di aver ben imparato dal suo “maestro”. Prima di quella storica battaglia i due però decidono di fermarsi un istante, forse per il rispetto reciproco che nutrono, forse per evitare fino all’ultimo una battaglia che avrebbe certamente causato migliaia di vittime, non lo sapremo mai, in ogni modo di questo dialogo ce ne da buon conto Polibio nelle sue “Storie Romane” al capitolo 15.6.

L’INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE, LE PAROLE DEL GENERALE PUNICO:

Al momento prestabilito, Scipione inviò alcuni messaggeri ad Annibale, facendo sapere che era pronto ad incontrarlo e a discutere con lui dell’andamento del conflitto. Sentendo tutto ciò, Annibale spostò i suoi accampamenti a ridosso di quelli del generale romano, sulla cima di un  colle. Il giorno successivo i due comandanti uscirono con le rispettive scorte dai loro alloggi e si incontrarono faccia a faccia. I due concordarono entrambi di allontanare le rispettive guardie e di rimanere soli, avvalendosi dell’aiuto di un  interprete, dopo il saluto di rito fu Annibale il primo a parlare.

Il generale cartaginese iniziò col dire che nei suoi pensieri, i romani non avrebbero dovuto conquistare altri territori fuori dai confini italici, come la stessa Cartagine non avrebbe dovuto fare lo stesso al di fuori della Libia. I loro erano due imperi nobili destinati al comando, resi però nemici dalle rispettive pretese sulla Sicilia e sulla penisola iberica. Così, dal momento che nessuna delle due parti aveva imparato dalle sconfitte ricevute, la crisi si era oltre modo aggravata, a tal punto che entrambe avevano messo in pericolo il loro stesso suolo natìo. Proprio per questo motivo, aggiunse Annibale, era doveroso affrontarsi in battaglia al fine di placare l’ira degli Dei, così da riporre ogni sentimento di ostilità reciproca. Il cartaginese si dichiara quindi pronto a combattere, cercando ancora una volta aiuto in quella fortuna che molte volte era giunta in suo soccorso e che lui era convinto con la sua audacia di manipolare a suo piacimento, invitando quindi Scipione a considerare bene il da farsi, così da scegliere in una avversità, il male minore. “Se ci conquisti”, aggiunse Annibale, ” non aggiungerai nulla di importante alla tua gloria o a quella del tuo paese, mentre se sarai sconfitto, sarai stato tu stesso il mezzo per cancellare tutti gli onori e le glorie che hai già conquistato.”

L'INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE
L’INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE

In pratica la proposta di Annibale è semplice: Roma può conservare tutte le regioni contese, come la Sardegna, la Sicilia e la Spagna, mentre  Cartagine si impegna a non portare più guerra in quei luoghi.

L’INCONTRO FRA ANNIBALE E SCIPIONE, le parole del generale romano:

Seppure Scipione si trovi di fronte ad un uomo da lui sempre ammirato per le sue imprese militari, e al termine di un discorso dello stesso, risoluto e apparentemente meticolosamente preparato, non si scompone e ribatte punto su punto. Secondo Scipione infatti, ne la Sicilia, ne la Spagna sono state in alcun modo aggredite da Roma, bensi fu Cartagine la prima ad iniziare le ostilità, e questo Annibale lo sapeva bene, così come gli Dei, che decisero di affidare la vittoria ai romani. Le battaglie trascorse, aggiunse Scipione, non erano certo un capriccio, ma solo azioni di autodifesa da chi invece stava aggredendo quei luoghi. Ricorda poi che tempo addietro, una volta sbarcati in Libia,  tutto il paese venne in poco tempo conquistato dai romani, battendo sul campo ogni alleato punico, e che ognuno di essi aveva accettato di assoggetarsi a Roma con dei trattati di pace,sottoscritti dai vari comandanti alleati e dalle popolazioni stesse, diventando tributari, e avendo salva la vita. Gli stessi però tempo dopo avevano deciso di stracciare quegli accordi di pace con un grande atto di perfidia nei confronti dei romani, per cui Scipione chiese ad Annibale come doveva secondo lui comportarsi a quell’affronto. Dovrebbe forse concedere favore ai cartaginesi in modo da apparire come una riconmpensa al loro precedente tradimento? Dovrebbe concedergli favore solo per ottenere la loro gratitudine in modo da insegnargli a maltrattare i loro benefattori? Scipione ricorda come i punici al termine del precedente conflitto avevano ottenuto condizioni di pace, tutto sommato onorevoli, ma una volta visto di cosa era capace Annibale, mutarono atteggiamento, credendo di ottenere un insperato successo, riprendendo ad odiare ferocemente i romani. Come si sarebbe dunque dovuto concludere questo discorso? si chiede Scipione….. in un solo modo, perentorio e risoluto: i cartaginesi devono sottomettersi ai romani incondizionatamente, oppure cercare di conquistarli sul campo di battaglia.  La trattativa si era conclusa, in segno di rispetto i due generali si salutarono prima di ritornare ai loro accampamenti senza nessun accordo, il mattino seguente sarebbe iniziata la battaglia di Zama.

Credits to:

https://bardiromaantica.it/discorso-scipione-annibale-zama/

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