L’Incorruttibile Manio Curio Dentato

L’Incorruttibile Manio Curio Dentato fu una delle personalità di spicco della Roma del III secolo a.C., a prova delle sue grandi virtù, il poeta e drammaturgo, Quinto Ennio, scrisse di lui:

quem nemo ferro potuit superare nec auro
“Non fu mai vinto nè dal ferro nè dall’oro.”

L'incorruttibile Manio Curio Dentato rifiuta i doni dei Sanniti
L’incorruttibile Manio Curio Dentato rifiuta i doni dei Sanniti

L’INCORRUTTIBILE MANIO CURIO DENTATO, BIOGRAFIA E CENNI STORICI:

Nato nel 330 a.C., Manio Curio Dentato, fu l’eroe romano che pose fine alle impegnative guerre sannitiche, e appartenente alla gens romana dei Curii, di origini plebea. Il “nomen” Curios, non compare nella storia di Roma fino al III secolo a.C., e secondo alcuni ritrovamenti avvenuti nel sito di Lucus Pisaurensis, presso l’odierna Pesaro, le origini di tale famiglia sarebbero sabine, e in particolare della città di Cures. Certamente il più celebre della sua famiglia, la tradizione racconta che il “cognomen” Dentato derivi dal fatto che al momento della nascita egli avesse già i denti. Per le sue umili origini venne più volte definito da Cicerone “Homo novus”, e cioè come qualcuno che fosse riuscito a fare carriera politica per le sue capacità e non perchè avesse un nome già affermato. Il primo ruolo importante all’interno della società venne ricoperto da Manio Curio Dentato nel 299 a.C., anche se la data non è certa, come tribuno della plebe, di sicuro però, si sa che fece ogni sforzo per contrapporsi ad Appio Claudio Cieco, che andando contro la legge, tentava di non considerare i voti plebei. Venne poi eletto console, Publio Cornelio Rufino, e proprio in quell’anno, Manio Curio, riuscì nell’intento, combattendo,  di terminare la terza guerra sannitica, ponendo fine ad un conflitto che si protraeva da quasi 50 anni, ragion per cui gli venne concesso uno dei trionfi più fastosi di tutta la storia di Roma. Tempo dopo, sempre alla guida dei suoi uomini, si trovò ad affrontare ancora una volta i Sabini, che nel frattempo si erano nuovamente ribellati. Grazie al grande talento che aveva per il comando e per le strategie militari, Manio Curio Dentato sapeva inoltre sfruttare al meglio le capacità dei suoi soldati, addestrandoli continuamente e nel farsi da loro rispettare e ben volere, cosa che gli permise di soffocare questa ennesima rivolta ed avere ragione una volta per tutte anche dei Sabini, che da quel momento in poi cessarono di essere quella costante spina nel fianco che costituivano per i romani. Al termine della guerra ai Sabini venne concessa la cittadinanza romana, ma non il diritto di voto, ma cosa più importante i loro territori vennero spartiti fra il popolo di Roma, costituendo di fatto il più grande ampliamento di territorio dopo la fine della guerra latina.

 ALTRI EVENTI:

Nel 284 a.C., Manio Curio Dentato venne eletto pretore “suffectus”, in sostituzione di Lucio Cecilio Metello, rimasto ucciso durante la guerra contro i Galli Senoni. Dentato come primo atto, trattò con i barbari la restituzione di tutti gli ostaggi caduti nelle loro mani, ma per tutta risposta gli ambasciatori romani mandati per portare avanti le trattative, vennero anche loro trucidati, così non rimase altra soluzione che quella militare. Sfruttando come al solito le sue grandi abilità di generale, Manio Curio ebbe la meglio sui Senoni, chiudendo il conflitto sempre in quello stesso anno, annesse inoltre i loro territori, fin oltre Ariminum (Rimini), e fondò l’importante centro di Senigallia. Nove anni più tardi, nel 275 a.C., Dentato si trovò ad affrontare un’altra minaccia, e questa volta ben più spinosa fra tutte quelle già elencate, affrontare il potente esercito epirota guidato dal Re, Pirro, già sbarcato con i suoi uomini sulle coste italiche. Lo scontro decisivo avvenne nei pressi di quell’insediamento che all’epoca veniva chiamato Maleventum, ma che dopo l’esito felice della battaglia venne ribattezzato Beneventum, (ancora oggi Benevento). Le conseguenze di questo conflitto costarono ad entrambi gli schieramenti un numero spaventoso di vittime, ma più di tutti fu proprio Pirro, costretto ad attraversare nuovamente l’Adriatico per ritornare sui suoi passi,  proprio a causa delle grandi perdite subite. A questo ennesimo successo, seguirono altrettanti festeggiamenti in città, manifestazioni durante le quali il popolo romano, potè osservare animali mai visti prima e del tutto sconosciuti, come ad esempio gli elefanti, sottratti proprio a Pirro che li utilizzava in battaglia, per Dentato, al culmine della sua fama era l’apoteosi, il suo nome era sinonimo di vittoria in qualunque luogo si combattesse. Ancora di più Manio Curio Dentato era amato dal popolo per il suo rifiuto di ostentare i brillanti risultati da lui ottenuti,  dal suo tenersi lontano dalle acclamazioni e onoreficenze di ogni tipo, insomma, appariva agli occhi della gente comune un eroe romano, forte, incorruttibile, modesto e del tutto disinteressato ai giochi di potere. A conferma di ciò, l’anno successivo, in occasione del suo terzo consolato, che ottenne con grande facilità, sconfisse i Lucani a sud della penisola, guadagnandosi per questo un altro trionfo, dopo di che, anzichè sfruttare la grande fama e stima di cui godeva fra la popolazione, preferì ritirarsi a vita privata, nella sua fattoria, per coltivare i suoi terreni, tenendosi però sempre pronto a servire la città, qual’ora ce ne fosse stato bisogno. Proprio in questo periodo si racconta che una delegazione di ambasciatori sanniti, giunse presso la sua abitazione allo scopo di donargli oro e argento a testimoniare la sua grande vittoria contro di loro, mostrandogli tutta la loro deferenza, alla vista di tutti quei doni, Dentato rifiutò categoricamente, diffidando che tutto ciò si potesse trasformare in una richiesta irricevibile e che potesse far nascere nuove tensioni. La sua onestà era proverbiale, quando ci fu la spartizione del territorio dei Sabini, da lui vinti in battaglia, non pretese un solo metro quadrato in più di quanti ne spettassero agli altri, ma nel 272 a.C., Roma ebbe ancora bisogno di lui perchè il popolo lo aveva eletto censore.

L’incorruttibile Manio Curio Dentato, iniziò questo nuovo mandato con l’avvio della costruzione dell’acquedotto dell’Anio Vetus, lungo 43 miglia e che aveva il compito di portare in città le acque del fiume Aniene. Quest’opera imponente venne finanziata con il bottino di guerra ottenuto dalla vittoria contro Pirro, ma i lavori  furono talmente complessi e lunghi che Dentato non riuscì a vederli terminati. Nel 271 a.C., ebbe però modo di completare la costruzione del Cavo Curiano, un canale che dava la possibilità alle acque stagnanti del fiume Velino di defluire, liberando così la piana di Rieti dalle paludi malsane che si erano formate, rendendole coltivabili. Il suo modo di essere rese Dentato un esponente di spicco della società, apprezzato e stimato da tutti, ma soprattutto autore di vari testi consultati e ricordati dagli storici vissuti nei secoli seguenti. Per molti secoli infatti le sue imprese sui campi di battaglia e non, vennero ricordate, venne sempre elogiata la sua rettitudine morale prendendola da esempio per tutti i romani, Catone il Censore, raccolse molti dei suoi scritti e lo collocò di diritto fra le figure più grandi e illuminate di tutta la storia.

L'incorruttibile Manio Curio Dentato, il trionfo su Pirro
L’incorruttibile Manio Curio Dentato, il trionfo su Pirro

Credits to:

https://www.romanoimpero.com/2018/11/m-curio-dentato-m-curius-dentatus.html

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