Lucio Munazio Planco

«Lucio Munazio Planco, figlio di Lucio, nipote di Lucio, pronipote di Lucio, console, censore, comandante militare vittorioso per due volte, uno dei Septemviri Epulones, trionfatore dei Reti, costruì col suo bottino il Tempio di Saturno, divise i campi in Italia a Benevento, fondò in Gallia le colonie di Lugdunum e Raurica»

Così recita la lapide dedicatoria posta all’entrata del suo Mausoleo, situato sul monte Orlando, presso Gaeta. Lucio Munazio Planco fu un valente generale e politico della Roma che lentamente si stava trasformando in un Impero. La sua lunga vita gli permise di assistere alla fine della Repubblica e ai primi passi dell’Impero di Augusto. Sempre dalla parte di Roma, mantenne sempre una posizione stabile che ambiva al solo interesse della città, a costo di apparire incoerente sulla parte politica da appoggiare.

lucio munazio planco, biografia:

Nato a Tivoli, o ad Atina nel 90 a.C., da una famiglia di cavalieri, Lucio Munazio Planco ricoprì nella sua vita diverse importanti magistrature, console nel 42 a.C.,  e poi censore nel 22 a.C., ottenne per due volte l’Imperium dai suoi soldati, fu duce e Praefectus Urbi.  Uomo politico molto prudente, riuscì a superare anni difficilissimi di grande tensione, grazie alle sue posizioni politiche, che appoggiavano ora gli uni, ora gli altri a seconda delle convenienze. Fedelissimo di Giulio Cesare fu al suo fianco non solo in Gallia, ma anche durante la guerra civile contro Pompeo, Lucio era infatti al fianco del proconsole delle Gallie anche durante l’attraversamento del Rubicone. Nel 49 a.C., lo stesso Cesare lo invia in Spagna insieme a Gaio Fabio, per una vittoriosa campagna militare contro i sostenitori di Pompeo, dopo di che una volta ottenuta la dittatura decennale lo nomina Praefectus Urbi, un evento coniato anche su alcune monete che vedono su un lato il volto di Cesare e sull’altro una brocca con la scritta “L. PLANC PRAEF. VRB.”.

Nel 45 a.C., Giulio Cesare gli conferisce il governo della Gallia, ma l’anno successivo, dopo l’assassinio di quest’ultimo, Lucio Munazio Planco, cambia la sua posizione politica e appoggia Cicerone, che gli farà poi  giurare fedeltà alla Repubblica. Nel 43 a.C., il Senato su proposta dello stesso Cicerone, incarica Planco di fondare una nuova colonia in Gallia, che prese il nome di Lugdunum (oggi Lione), e fu lui stesso a tracciarne i confini con un aratro, un evento anche questo commemorato con il conio di una moneta. Poco dopo Lucio fondò un’altra colonia, non molto distante, Augusta Raurica, (oggi Augst, nei pressi di Basilea). Nel giugno di quello stesso anno un messaggio spedito da Lucio Munazio a Cicerone, certifica la presenza di un altro villaggio chiamato Cularo, (oggi Grenoble). Un altro capovolgimento di fronte però era nuovamente alle porte.

In quegli anni così complessi e turbolenti, Ottaviano, Marco Antonio e Lepido strinsero un patto fra di loro, come ai tempi fecero Cesare, Crasso e Pompeo, il secondo triumvirato prese così forma. Lucio Munazio Planco non ci pensò su due volte, e si schierò subito dalla loro parte, anche perchè i tre una volta divisosi il potere, iniziarono a compilare alcune famigerate liste di proscrizione che miravano ad eliminare chiunque potesse ostacolarli. Fra i nominativi comparve il fratello di Lucio Munazio Planco, Lucio Plozio, e addirittura il fratello del triumviro Lepido, Paolo. Dopo aver battuto i cesaricidi a Filippi, Marco Antonio affidò a Lucio Munazio il compito di espropriare i terreni attorno all’abitato di Benevento allo scopo di regalarli ai legionari veterani di guerra. Nel 36 a.C., lo troviamo nuovamente al fianco di Marco Antonio durante la sua campagna contro i Parti, che si rivelerà un vero disastro, dopo di che, ritiratosi ad Alessandria d’Egitto, gli venne conferito il governatorato della Siria. In quegli anni Antonio e Lucio erano accomunati da un’amicizia forte e sincera, tuttavia l’influenza, e le pretese che la regina Cleopatra aveva sul triumviro, iniziò presto ad incrinarla. La tendenza orientaleggiante che aveva preso Marco Antonio, fece capire a Lucio Munazio che gli interessi di Roma erano ormai lontani da quella realtà, ma anzi erano volti solo ed esclusivamente verso Cleopatra, così seguito dai suoi fedelissimi, si imbarcò alla volta dell’Urbe, dove riferì ad Ottaviano che ormai il suo ex amico aveva completamente perso la testa per l’avvenente regina, e che addirittura il suo testamento sarebbe andato in suo favore. Ottaviano capì subito che con quel testamento in mano avrebbe certamente convinto anche i senatori più reticenti a muovere guerra contro Antonio, così, sapendo che il documento era custodito nel tempio di Vesta, riuscì con l’inganno ad impossessarsene, dopo di che lo lesse in Senato.

Nel testamento si faceva riferimento ad alcuni territori sotto il dominio romano che sarebbero dovuti andare ai figli di Cleopatra, e che le sue spoglie fossero date in custodia alla sua regina che si sarebbe poi preoccupata di seppellirle ad Alessandria d’Egitto. Bastò questo al Senato per rompere ogni rapporto con Antonio e dichiararlo nemico pubblico. La guerra si concluse nel 31 a.C., ad Azio e Ottaviano rimase come unico uomo al comando. Nel 27 a.C., in occasione di una seduta al Senato a proprosito dell’appellativo da assegnare ad Ottaviano per onorarlo, fu proprio Lucio Munazio a suggerire il titolo di “Augustus”, titolo poi assegnato a tutti i successivi Imperatori.

Lucio Munazio Planco si spense a 90 anni suicidandosi, stanco di sopportare i tanti malanni legati alla veneranda età. Morì a Gaeta, una cittadina che lui amava moltissimo e nella quale ha voluto essere sepolto dopo avervi fatto costruire un sontuoso mausoleo, ancora oggi molto ben conservato e posto sulla sommità del monte Orlando, all’interno del quale si può trovare una statua che lo raffigura, (anche se non vi è certezza). Ancora oggi nelle città di Frosinone, Atina, Gaeta, Tivoli e Benevento esistono vie che portano il suo nome.

Lucio Munazio Planco, il mausoleo
Lucio Munazio Planco, il mausoleo

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