Marco Emilio Lepido

Marco Emilio Lepido, nato a Roma nel 90 a.C., e morto a S.Felice Circeo nel 13 a.C., è un personaggio solitamente dimenticato dai racconti di storia, benchè abile politico e militare, e parte attiva del celeberrimo secondo triumvirato, ma costantemente messo in ombra dalle ingombranti personalità di Ottaviano e di Marco Antonio. Eppure anche Marco Emilio Lepido ebbe un ruolo rilevante in quell’accordo, e come naturale che fosse, tentò anche lui, in tutti i modi, di ritagliarsi il suo momento di gloria.

Marco Emilio Lepido
Marco Emilio Lepido

marco emilio lepido, origini:

Nato a Roma nel 90 a.C., come tradisce il suo nome, nacque all’interno della gens Aemilia, una delle più nobili, e storicamente più potenti, famiglie romane. Già all’epoca a Roma, infatti, troneggiavano in città alcuni dei monumenti più importanti, come la Basilica Aemilia, o il ponte omonimo, costruiti e patrocinati proprio dai suoi nobili antenati. Favorito quindi dalla gloria dei suoi avi, dopo una giovinezza agiata ed un’educazione di tutto rispetto, la sua carriera politica non poteva che essere veloce e brillante, già nel 52 a.C., venne infatti chiamato a ricoprire l’importantissima carica di Interrex, una magistratura molto rilevante che era tenuta a convocare i comizi centuriati per l’elezione dei nuovi consoli. Non solo, Marco Emilio Lepido associò la sua figura in quel periodo a quella di Giulio Cesare, con cui condivise una sincera amicizia, basti pensare che il dittatore romano, il giorno prima di essere assassinato, passò la serata in sua compagnia. Lepido poi, in un modo o nell’altro, si salvò dalla congiura di colui che di fatto lo lanciò nelle più alte sfere della politica romana di quei tempi. Fu infatti solo grazie all’amicizia con Cesare che Marco Emilio Lepido, divenne pretore nel 49 a.C.,  poi governatore in Spagna, e console, ma assai più importante fu il ruolo di Magister Equitum, ricoperto dal 46 al 44 a.C., il che faceva di lui l’uomo più potente di Roma dopo Giulio Cesare stesso. Si capisce bene quindi quanto forte fosse il loro legame, ed è altrettanto certo che alla morte del dittatore, per Lepido iniziarono tempi molto difficili, basti pensare che alcune fonti riportano che nei piani dei congiurati, anch’egli avrebbe dovuto incontrare il medesimo destino, ma qui la storia si fa più nebuolsa.

marco emilio lepido, e l’incontro con marco antonio:

Abbiamo finora parlato del grande rapporto che legava Lepido a Giulio Cesare, ma cosa avvenne dopo la morte del dittatore? La domanda è lecita se si pensa che storicamente all’uccisione di un leader, si tendeva ad eliminarne anche i suoi più stretti collaboratori, ma Lepido aveva dalla sua un vantaggio di non poco conto, e cioè l’appoggio dell’esercito, in più l’affiorare sulla scena politica di un personaggio carismatico come Marco Antonio e la grande confusione di quell’anno fecero si che i congiurati non vennero subito perseguiti, ci avrebbe pensato Ottaviano più avanti, la situazione insomma si presentava molto ingarbugliata e l’incertezza la faceva da padrona su tutti i fronti. Per riassumere in breve la questione, pochi uomini ricchi gestivano le legioni a proprio piacimento, utilizzandole per mettere pressione sulle istituzioni, mentre il popolo prendeva ora le parti di uno e ora le parti dell’altro, a seconda di chi millantava le promesse migliori. Che Lepido fosse uomo scaltro si era capito, ed infatti, appena Antonio emerse nel panorama politico, non tardò molto che i due venissero ad un accordo, ad Antonio non poteva che fare piacere l’appoggio di un personaggio di tale rango, e anche a Lepido non andò male, visto che venne eletto Ponifex Maximus, la massima autorità religiosa. Successivamente, seguendo il presunto testamento lasciato da Giulio Cesare, Marco Emilio Lepido, si spostò in Gallia per continuare il processo di conquista e di pacificazione avviato dal suo predecessore, sfruttando in questo modo la grande presa che aveva sulle legioni, il che ne faceva una minaccia futura per le aspirazioni di Antonio. Lepido ci viene descritto come un uomo privo di scrupoli, pronto ad approfittare della sua grande influenza sull’esercito per scatenare, se necessario, una guerra per ottenere il potere, nella storia però doveva ancora entrare Ottaviano, e i piani e gli intrighi, forse già programmati, avrebbero preso tutta un’altra piega.

Marco Emilio Lepido
Marco Emilio Lepido

marco emilio lepido, incontro con ottaviano e secondo triumvirato:

L’avvento di Ottaviano non fece che scompaginare le carte in tavola, e in quel turbinio di incertezze, emerse in Lepido un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’ambiguità. Per i suoi trascorsi Lepido sembrava sempre l’uomo giusto al posto giusto, e alcuni episodi ce lo testimoniano come ad esempio, il trionfo a lui concesso dopo le campagne militari in Spagna nel 48 e nel 47 a.C., oppure la concessione della salutatio imperatoria per aver raggiunto una pace, seppur momentanea, con Sesto Pompeo, nel 44 a.C., addirittura venne eretta una sua staua accanto ai rostri nel Foro romano, sembrava insomma che dopo Cesare toccasse a lui ergersi a difensore dei valori repubblicani, salvo poi accordarsi con Marco Antonio e scegliendo di spartire con lui tutti i problemi che si erano venuti a creare. Il risultato fu che insieme ad Antonio anche Lepido venne dichiarato nemico pubblico dal Senato, con l’avvento di Ottaviano infatti, il corso degli eventi cambiò, così come cambiarono anche alcuni esponenti, Cicerone per esempio, già severo nei giudizi sui cesaricidi, non le mandò a dire neppure a Lepido e Antonio, definendoli antirepubblicani e liberticidi. Essere dichiarato hostis publicus non minò tuttavia la grande fiducia che le legioni nutrivano verso Lepido e rimasero al suo fianco, anche quando il Senato ordinò loro, invano, di rientrare nei ranghi e di combattere per Roma. Era arrivato dunque il momento di cercare di mettere un po di ordine agli eventi, in una Roma piegata dalle guerre intestine e da una mancanza di leadership che potesse traghettare i destini della Capitale al di fuori di quel oscuro periodo che si era venuto a creare. Fu così che i tre il 26 novembre del 43 a.C., vennero ad un accordo, sancito anche dal Senato, e passato alla storia come Secondo Triumvirato. Qui torniamo al principio, e cioè al fatto che Marco Emilio Lepido tende ad essere sempre messo in ombra rispetto agli altri due e dimenticato dalle vicende che li riguardavano, ma come abbiamo visto non era così, Lepido era un uomo con pochi scrupoli, deciso  e che sapeva farsi rispettare, che aveva l’appoggio di molte personalità influenti, e che appoggiava gli uni o gli altri, a seconda della propria convenienza. In questo senso non fa neppure troppo scalpore il fatto che nelle liste di proscrizione volute dai nuovi triumviri per racimolare denaro per le loro campagne militari, ci fosse anche il fratello Paolo. Quelle liste portarono un vero periodo di terrore in tutta Roma, come non si vedeva dai tempi di Silla, poi, una volta eliminati gli assassini di Cesare, tutte le attenzioni si spostarono sulle loro mosse, che impiegarono poco tempo per non coincidere più.

marco emilio lepido, fine del triumvirato e morte:

Dopo aver sconfitto Bruto e Cassio, l’attenzione dei triumviri si spostò sul figlio di Pompeo magno, Sesto, che si era dato alla pirateria e teneva in scacco le forniture di grano che arrivavano dall’Africa, per ricattare i suoi nemici. Antonio, Ottaviano e Lepido però nel frattempo si erano spartiti i territori, e si trovavano fuori dalla penisola italica, in particolare a quest’ultimo toccò in dote proprio il nord Africa, da dove partivano i rifornimenti destinati a Roma. Arrivata alla soglia della carestia, per la Capitale serviva una svolta, così Ottaviano, pronto ad affermare la sua leadership, e a confermarsi come generale imbattuto, si preparò ad affrontare le scorribande di Sesto Pompeo, e proprio in questo frangente a Lepido sembrò l’occasione giusta per imporsi. Nel 36 a.C., Marco Emilio Lepido, sfruttando ancora una volta il suo ascendente sulle legioni, scelse di indirizzarle non contro il nemico che stava affamando Roma, bensì contro gli altri uomini forti che lo affiancavano, in primis contro Ottaviano che già si era scontrato con gli uomini di Sesto, in Sicilia, incontrando serie difficoltà. Lepido strinse così una sorta di patto con il figlio di Pompeo, schierando i suoi uomini al fianco dei pirati, tuttavia nel momento decisivo, il solido rapporto che legava il triumviro al suo esercito, si incrinò, lasciando così Lepido in balia degli eventi. I soldati abbandonarono il loro generale che scelse l’alleanza con chi stava affamando anche le loro famiglie, scegliendo la via intrapresa da Ottaviano, il quale punì Lepido per il suo oltraggio, spogliandolo delle sue legioni e relegandolo per sempre in esilio al Circeo, l’unica fortuna fu quella di avere salva la vita. Terminò di fatto qui la sua carriera politica, nonostante in esilio mantenesse ancora la carica di Pontifex Maximus, ma non la sua vita, che proseguì per un’altra ventina di anni. Ma chi era Marco Emilio Lepido? il triumviro lasciato ai margini della storia, destinato ad osservare le sorti della guerra fra Antonio e Ottaviano? o forse era un uomo scaltro, più di quanto ci sia stato tramandato? Sicuramente era un classico politico dell’epoca, capace di cambiare pelle di fronte ad ogni situazione per il proprio tornaconto, sfruttando le sue indubbie doti diplomatiche, fu inoltre in grado di tenere in pugno i migliori uomini dell’esercito, che quasi fino alla fine combatterono più per lui che per Roma stessa, in poche parole un classico esempio di come una persona capace si poteva muovere in un periodo di pericoloso caos, tanto da cercare di afferrare l’occasione giusta per arrivare al bersaglio grosso e ottenere il potere assoluto. Sfortunatamente per lui, la storia ha voluto che davanti a lui ci fossero due colossi come Marco Antonio e Ottaviano.

Credits to:

https://www.capitolivm.it/grandi-personaggi/marco-emilio-lepido-il-triumviro-dimenticato/

 

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