Res Ad Triarios Redit

La storia è piena di episodi durante i quali locuzioni tipiche di vario genere si alternano, in particolare nei momenti più difficili o all’approssimarsi di un’imminente pericolo come poteva essere la piena di un fiume o l’avvicinarsi di un incendio, Res ad triarios redit, letteralmente “la cosa è ridotta ai triarii”, divenne molto nota all’epoca di Roma antica, proprio quando ad essere messa in discussione era la stessa sopravvivenza dello Stato.

Res Ad Triarios Redit
Res Ad Triarios Redit

res ad triarios redit, storia:

Ebbene si, anche l’invincibile Roma, nel corso della sua storia millenaria, si trovò spesso minacciata e sul punto di capitolare, esempio ne sono il sacco dei Galli Senoni guidati dal potenete Re Brenno, nel 390 a.C., oppure durante le scorribande sul suolo italico di Annibale, durante la seconda guerra punica, culminate con la terribile disfatta di Canne del 216 a.C.,  ma anche quando sul finire del secondo secolo a.C., le temibili orde barbariche formate dai Cimbri e dai Teutoni, varcarono le Alpi in massa mettendo in discussione la stessa esistenza della Repubblica, e si potrebbe continuare….. Tuttavia nel linguaggio popolare l’espressione “Res Ad Triarios Redit”, va molto al di la di un contesto puramente militare, inserendosi anche nelle questioni della vita di tutti i giorni, e  in  eventi politici ed economici ampiamente compromessi. Questa esclamazione richiamava ad un evento ormai compromesso o che comunque era di difficile risoluzione. Vediamo ora chi erano questi Triarii che venivano chiamati in causa. I Triarii formavano la quarta linea dello schieramento romano, e a differenza degli hastati o dei principes, non avevano in dotazione solo un gladio, bensì anche una lunga asta, retaggio con ogni probabilità delle antiche formazioni oplitiche che formavano l’ossatura principale dei primi eserciti di Roma. Vista la forza militare dell’Urbe, i Triarii non venivano chiamati in causa spesso, in quanto gli scontri si risolvevano grazie al valore delle prime linee, motivo per il quale l’espressione  “Res Ad Triarios Redit”,  veniva utilizzata quando era necessario attingere alle ultime forze disponibili. Questi uomini indossavano un elmo con lunghe piume laterali rosse o nere, un’armatura a maglie di ferro che copriva dalle spalle fino alle cosce e un lungo scudo ellttico e convesso che copriva gran parte della figura, oltre naturalmente al gladio iberico, utilizzato solo nel caso si dovesse ricorrere al corpo a corpo. Riguardo agli effettivi per ogni legione, i triarii erano suddivisi in dieci manipoli da sessanta uomini ciascuno, a loro volte suddivisi in due centurie da trenta Triarii l’una. A lato di ogni manipolo operavano due centurioni “priores”, coadivati da alcuni subalterni chiamati “optiones”,  questi centurioni venivano chiamati anche “primipili”, una parola forse derivata da “pilani” con cui si usava soprannominare i Triarii.  Tra i tanti storici, Tito Livio è certamente quello che ci racconta meglio il loro utilizzo tattico sul campo di battaglia:

Quando l’esercito aveva assunto questo schieramento gli hastati iniziavano primi fra tutti il combattimento. Se gli hastati non erano in grado di battere il nemico, retrocedevano a passo lento e i principes li accoglievano negli intervalli fra loro. […]I triarii si mettevano sotto i vessilli, con la gamba sinistra distesa e gli scudi appoggiati sulla spalla e le aste conficcate a terra, quasi fossero una palizzata…Qualora anche i principes avessero combattuto con scarso successo, si ritiravano dalla prima linea fino ai triarii. Da qui l’espressione latina: “Res ad triarios redit”, quando si è in difficoltà”.

Tito Livio, vissuto in epoca imperiale, ci racconta di questa tattica, nonostante ai suoi tempi fosse già ampiamente superata, cosa che però ci fa capire quanto fosse ancora viva nel pensiero comune, l’abilità di questi veterani, un’abilità che anche oggi, a distanza di duemila anni non è mai stata dimenticata.

Res Ad Triarios Redit
Res Ad Triarios Redit

res ad triarios redit, conclusioni:

Come abbiamo ampiamente visto, anche Roma se la vide brutta in molte occasioni, tuttavia il fatto che l’utilizzo in battaglia di un  reparto dell’esercito, avesse ispirato un detto popolare, indicante una situazione eccezionale,  testimonia di come la potenza militare romana fosse molto più avvezza ad imporsi nel corso dei secoli. Non si può, in questro senso, escludere che il corpo dei Triarii, venisse considerato come un reparto speciale dell’antichità, come poteva essere il battaglione sacro di Tebe oppure gli Immortali, fedelissime guardie del Re di Persia, o ancora gli Hetairoi, compagni di battaglie di Alessandro il Grande. Roma seppe sviluppare nel corso degli anni una strutturazione dell’esercito del tutto particolare e superiore come logistica ed organizzazione, rispetto alle sue antagoniste, il che le permise di acquisire un netto vantaggio, sia tattico che strategico che lentamente stroncò ogni resistenza nemica. Per quasi due secoli i Triarii rappresentarono il caposaldo di un apparato militare in grande espansione, identificandosi come l’ultimo ed autentico baluardo della città, e come tali ci si affidava con piena fiducia nelle occasioni particolaremente complicate. In conclusione possiamo constatare come l’espressione “Res Ad Triarios Redit”, nonostante avesse un’accezzione prettamente negativa, perchè utilizzata in vista di una situazione già compromessa, sottolinea al tempo stesso di come la speranza estrema riposta nei Triarii, poteva capovolgere rapidamente l’evento in una vittoria inattesa e quindi molto più apprezzata.

Credits to:

http://www.tuttostoria.net/storia-antica.aspx?code=1052

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.