Roma e i barbari

La contrapposizione che si creò fra Roma e i barbari, si fece sempre più forte con l’espansione della cultura latina, verso quei territori popolati da genti considerate rozze e inferiori. Tendezialmente venivano considerati barbari chiunque vivesse al di fuori dei confini romani, una considerazione però sbagliata, in quanto Egizi e Greci, per esempio,  nell’epoca nella quale godevano ancora di una loro indipendenza, venivano presi a modello da Roma, per il loro stile di vita e la loro cultura. Possiamo quindi affermare che i barbari, secondo i romani, erano più o meno tutte le popolazioni del nord Europa, e del nord Africa, considerate appunto retrogade e incivili.

Roma e i barbari
Roma e i barbari

roma e i barbari, origini:

L’origine della parola “barbaro”, non è un’invenzione romana, bensì greca. Furono infatti i Greci ad utilizzare per primi questo termine verso quei popoli esterni che faticavano a parlare la loro lingua, dando l’impressione di balbettarla, (dalla voce onomatopeica bar-bar, propria di chi balbetta). I Greci dunque chiamavano barbaro ogni straniero che ritenevano culturalmente inferiore, in particolare i confinanti macedoni, ma anche i persiani, in quel periodo sicuramente più arretrati dal punto di vista delle leggi. Il termine “barbaro” sarebbe poi stato mutuato anche dalla lingua latina, designando ugualmente tutti quei popoli considerati più arretrati, sotto tutti i punti di vista. Come detto sopra, la Grecia fece eccezione, pur se militarmente inferiore, e sottomessa in breve tempo, quella greca veniva vista come una cultura superiore, dalla quale i romani vennero fortemente condizionati e a loro volta conquistati, a tal proposito Orazio infatti scrisse: “la Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore romano”. Sul termine “barbaro”, ci sono però altre ipotesi sul campo. Secondo altre fonti la parola sarebbe invece di origine latina, identificando uomini privi dell’abitudine di radersi la barba, e visto che la quasi totalità dei popoli conosciuti non erano abituati a tale pratica, se ne deduceva che fossero tutti rozzi e culturalmente arretrati, una spiegazione forse più semplice e più convincente? giudicate voi…. Sicuramente farsi la barba con le lame dell’epoca non era certo comodo come lo è oggi, ma presso i romani era una prassi consolidata, tutti si radevano, soldati compresi, perchè radersi significava mantenere autorità e disciplina dei costumi, valori tipici di ogni buon romano.

roma e i barbari, una roma multietnica:

Fin dagli inizi, Roma fu una città molto disposta ed aperta verso chi proveniva dall’esterno, si stima approssimativamente che in epoca imperiale, quando in città si contavano circa un milione di abitanti, almeno il 75% di questi fosse di origini straniere, e la sua classe dirigente non fece differenza, soprattutto quando dopo ogni conquista, personalità influenti provenienti da quei luoghi affluivano in città. A Roma insomma coesistevano un’insieme di genti di ogni provenienza, tuttavia non esisteva il razzismo come lo intendiamo oggi, esisteva viceversa, da parte di chi proveniva da zone diverse, l’orgoglio di far parte della cultura più avanzata di tutto il mondo conosciuto, con la volontà di farne parte e di autarla a crescere ancora di più, vi era quindi un fine comune da parte di tutti, romani e non. Lo stesso privilegio della cittadinanza, non veniva concessa a seconda della razza, ma della lealtà a Roma, Se veramente la si voleva ottenere, si doveva dimostare di essere profondamente  leali e avere una ferrea volontà di integrarsi nella società romana, uscendo quindi dalla  barbarie.

roma e i barbari, differenze:

I barbari venivano quindi visti come gente molto rozza e avventata, con poca cura di se, al contrario invece del tipico pragmatismo romano che portava ad identificare alcune differenze marcate, vediamole:

  • Un carattere selvaggio e crudele, contrapposto alla virtus  del popolo romano.
  • La ferocia contrapposta alla “pietas” dei legionari.
  • Le discutibili consuetudini tribali a fronte della disciplinata Lex romana.
  • Nelle capigliature dei barbari e nelle barbe sempre incolte e sporche.
  • I sacrifici agli Dei per i quali i barbari usavano esseri umani, mentre i romani, animali.
  • Le torture ai prigionieri che i romani tendevano ad evitare.
  • La poca cura che i barbari avevano per le mogli e per la famiglia in generale, tranne che per i figli maschi.
  • L’alfabetismo dei romani, dove anche gli schiavi sapevano leggere e scrivere, contrapposto all’analfabetismo dilagante fra i barbari.
  • L’arte dell’autocontrollo romano per quanto riguarda il bisogno sessuale o di cibo, contrapposto al fanatismo barbarico.
  • La propensione alla bellezza degli edifici, alla pittura e alla scultura, infinitamente superiore alle capacità straniere.

Fu in epoca imperiale, che i sovrani di Roma, si resero conto che il problema barbarico non si poteva controllare con il solo uso delle armi, iniziando quindi a cambiare approccio verso tutti quei popoli che ancora erano riluttanti ad assoggettarsi alla cultura romana. Di pari passo all’uso della forza si tendeva ora a mostrare anche ai barbari gli agi e i lussi che sottomettersi a Roma, comportava, come ad esempio la vita più comoda dove praticamente tutto era a disposizione, l’uso delle terme, il potersi lavare a proprio piacimento, e poi ancora la bellezza e le comodità delle case, arricchite da stucchi, mura dipinte e da coloratissimi giardini. Per un barbaro abituato a vivere in capanne buie e fredde il tutto rappresentava un salto nella qualità della vita notevole, e lentamente infatti molti popoli ne rimasero affascinati abbandonando ogni velleità e ogni vecchia tradizione.

roma e i barbari, la romanizzazione:

Tutto quanto scritto in precedenza era solo il primo passo di un processo di romanizzazione di cui ogni imperatore si sarebbe dovuto preoccupare. Per velocizzare tale processo, si costruirono nei paesi conquistati, tutto quello che entro i confini romani già esisteva, ovvero acquedotti, nuove città, strade, edifici pubblici, terme e luoghi di divertimento come gli anfiteatri. Chiaramente tenere sotto controllo popoli romanizzati sarebbe stato molto più semplice, perchè le ricchezze e il benessere, evidentemente facevano gola a tutti, ma cosa più importante, si faceva largo la cultura latina con l’uso della lingua, imparare il latino diventava quindi obbligatorio, tutti dovevano essere in grado di leggerlo e scriverlo. Tutti erano tenuti ad avere una buona educazione scolastica, schiavi compresi, un obbligo specialmente per chi voleva integrarsi nella società e voleva inziare una propria attività commerciale. Tuttavia restavano molte libertà, ad esempio un barbaro poteva tranquillamente mantenere le proprie abitudini religiose e l’uso della sua lingua madre, e dei suoi costumi, ma doveva obbligatoriamente accettare le leggi romane. Tali progressi svanirono però con l’avvento del cristianesimo, il latino infatti si trasformò in una miriade di dialetti diversi per i quali nessuno fu più in grado di leggerli o di scriverli correttamente.

Roma e i barbari
Roma e i barbari

roma e i barbari, i barbari nell’esercito:

Tradizionalmente fu Giulio Cesare il primo ad integrare dei barbari nel proprio esercito,  impiegandoli quasi sempre nelle prime linee, poichè la vita di un soldato romano era infinitamente più preziosa. Soprattutto però, arruolò molti arcieri e frombolieri, sprovvisti di armature ma molto abili e veloci in quel tipo di guerriglia. Spesso questo tipo di truppe poco latinizzate, venivano usate per compiti di retrovie, non essendo considerati partcolarmente affidabili, specialmente quando si combatteva contro popolazioni a loro affini. Alcuni di questi però seppero distinguersi facendo carriera nell’esercito di Cesare, giacchè quest’ultimo era celebre per saper tirar fuori il meglio dai suoi uomini. Fu invece Gordiano I (238-244 d.C.), ad integrare  i barbari all’interno delle legioni, in qualità di federati. I Barbari infatti, avrebbero dovuto sottoscrivere quello che era un patto di fedeltà coi romani, ma che in verità era un vero e proprio atto di sottomissione, e che poteva essere a titolo personale oppure anche a nome di intere tribù, tale accordo era chiamato “Foedus Iniqua”. Tutto questo ci fa capire come la situazione fosse già ampiamente degradata rispetto al passato, infatti già ai tempi di Costantino (312-324 d.C.), si faceva larghissimo uso di barbari all’interno dell’esercito, non solo nelle fila dei soldati semplici, ma anche fra gli ufficiali di alto rango, con il risultato che la celebre macchina da guerra romana subì un generale imbarbarimento, sia nell’equipaggiamento sia nel modo di combattere. Fu sotto Teodosio che questo processo si completò, se fino a quel momento infatti la civiltà romana era un vanto per l’impero, con l’avvento del cristianesimo, questo divenne un disvalore. In questo periodo iniziarono ad essere impiegate nell’esercito delle bande di mercenari, una scelta dovuta principalmente per motivi economici, visto che queste truppe, già avvezze al combattimento non necessitavano di addestramenti particolari, ma anche per contingenza, anche perchè all’esercito di Roma dopo la disastrosa sconfitta di Adrianopoli, servivano nuovi soldati subito pronti. Bisogna altresì dire che questi barbari, mal visti dal senato e dai commilitoni di origine romana, in più occasioni dimostarono un grande valore, e una fedeltà a volte inaspettata, come nel caso della battaglia del Frigido. Il vero problema fu che l’avvento di questa nuova religione cristiana, tolse gran parte dei punti di riferimento che avevano ispirato gli uomini per secoli. Se prima si combatteva con coraggio per difendere la propria patria o per morire come eroi per essa, ora ci si raccomandava a Dio, artefice di ogni cosa negativa, dalle guerre, alle epidemie, fino agli eventi atmosferici più disastrosi, come grandinate e mareggiate. Insomma, ormai era diventato più importante pregare, piuttosto che combattere. I motivi principali per cui l’esercito e la società si imbarbarirono sono fondalmente i seguenti:

-La graduale mancanza di valenti generali.

-I suoi soldati privati degli antichi valori.

-La clemenza sulle popolazioni vinte, tollerando questioni che in passato non sarebbero mai state accettate.

-Vennero meno per motivazioni diverse,  grandi studiosi e pensatori.

-Venne meno l’educazione scolastica su tutti i livelli.

Credits to:

https://www.romanoimpero.com/2014/05/romani-e-barbari.html

 

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