I gladiatori più famosi di Roma

Nell’antica Roma, i giochi gladiatorii trascinavano nelle arene di tutto l’impero migliaia e migliaia di spettatori, rendendo i gladiatori delle vere celebrità che possono essere equiparati ai nostri contemporanei e più famosi giocatori di calcio. Ma chi erano i gladiatori più famosi di Roma? Quasi tutti erano prigionieri di guerra, criminali o schiavi, ma in alcuni casi  potevano essere semplici uomini liberi che intraprendevano questa carriera per i grandi guadagni che garantiva, a patto naturalmente di rimanere in vita. Dopo una lunga serie di vittorie o una carriera particolarmente buona, il gladiatore in questione otteneva il bastone di legno chiamato “Rudis” che di fatto gli consegnava la libertà e lo liberava da qualsiasi vincolo, tuttavia sono noti diversi casi nei quali il combattente abbia declinato la preziosa offerta, ed essenzialmente per due motivi specifici: per prima cosa perchè i combattimenti, a discapito di quanto si pensi, solo in minima parte si concludevano con la morte, in quanto i gladiatori erano molto ammirati dal pubblico, che certamente avrebbe voluto rivedere nell’arena anche quelli usciti sconfitti, ma che si erano battuti con valore, e, particolare da non trascurare, avevano un costo molto elevato da risarcire al lanista, da parte degli organizzatori dei giochi. In secondo luogo, un gladiatore vincente avrebbe guadagnato cifre esorbitanti, addirittura superiori a quelle che poteva guadagnare un valoroso generale, è perciò sensato pensare che un combattente volesse continuare ad accumulare enormi fortune.

i gladiatori più famosi di Roma
i gladiatori più famosi di Roma

I GLADIATORI PIU’ FAMOSI DI ROMA:

Gli scontri nell’arena costituivano l’attrazione principale per i romani fin dai tempi della Repubblica, uomini, ma anche donne, si sfidavano gli uni contro gli altri, ma molto apprezzate erano anche le lotte contro le belve feroci, importate a Roma e in tutto l’impero dagli angoli più remoti del mondo allora conosciuto. Solo i più abili e valorosi diventavano dei veri eroi, cosa che garantiva loro una vita agiata, il privilegio di partecipare ai più sontuosi banchetti della città e di accumulare grandi fortune. Alcuni di questi divennero talmente famosi che ancora oggi vengono regolarmente ritrovati graffiti in diverse parti d’Europa che ne esaltano le gesta.

I GLADIATORI PIU’ FAMOSI DI ROMA: CARPOPHORUS:

Nell’antica Roma i combattimenti si svolgevano in molti casi fra gladiatori, ciascuno con caratteristiche e armi diverse fra loro, ma come detto in precedenza erano molto apprezzati anche i combattimenti fra uomini e belve feroci, e i gladiatori specializzati in questi tipo di lotta venivano chiamati “Bestiarii”. Carpophorus apparteneva proprio a questa categoria che a sua volta era suddivisa in due tipi:

C’era il bestiarius, suo malgrado condannato “ad bestias” per un grave reato, che veniva gettato nell’arena male armato e praticamente privo di protezioni e costretto a combattere contro alcuni animali feroci, che potevano essere leoni, orsi, cinghiali, tori o leopardi, e in questo caso  le possibilità di sopravvivere erano pari allo zero, anche perchè se il malcapitato fosse comunque riuscito ad abbattere qualche bestia, nell’arena ne venivano introdotte in continuazione fino al completo esaurimento delle forze, tant’è che in molti casi il condannato preferiva togliersi la vita da se, piuttosto che affrontare il supplizio. Esisteva però anche il bestiarius volontario, cioè quello che affinava la sua preparazione proprio per affrontare gli animali più feroci, ed era fra tutte la carriera più pericolosa e con l’aspettativa di vita più bassa. Le poche notizie giunte fino a noi del “bestiarius” Carpophorus, ci raccontano che egli oltre a combattere le fiere nell’arena, era pratico anche nell’addestramento di queste ultime. Si racconta che la sua migliore prestazione sia stata quella di abbattere ben 20 animali diversi in un solo spettacolo, strangolandone alcuni con la sola forza delle sue braccia tant’è che il famoso poeta, Marziale, scrisse che Carpophorus sarebbe stato in grado di uccidere la Chimera e il Toro di Creta in un solo combattimento se ne avesse avuto la possibilità, sfortunatamente non ci è dato sapere altro su questo famoso “bestiarius”.

I GLADIATORI PIU’ FAMOSI DI ROMA: L’EPICO SCONTRO FRA PRISCO E VERO:

Da sempre buoni amici, Prisco e Vero divennero gladiatori ai tempi dell’inaugurazione dell’Anfiteatro Flavio, o Colosseo, durante il regno di Tito. Durante il primo giorno dei giochi il Colosseo era gremito in ogni ordine di posti e i due nei sotterranei che portavano all’arena erano in trepida attesa di sapere chi fossero i loro primi sfidanti, ma  rimasero quanto meno scioccati quando seppero che avrebbero dovuto combattere uno contro l’altro fino alla morte. Visto il grande rispetto che nutrivano l’uno con l’altro, i due diedero vita ad un combattimento epico che si protrasse per alcune ore, entrambi avevano in dotazione solo uno scudo e una spada, ma visto che nessuno dei due soccombeva, Tito in persona ordinò che i due gladiatori gettassero lo scudo. I due ubbidirono, ma con lo scudo gettarono anche la spada per proseguire la lotta a mani nude. Al termine della lotta, i due esausti e feriti, vennero dichiarati dall’imperatore, entrambi vincitori per il grande valore dimostrato, unico caso riportato nella storia di Roma. Per quell’eroico scontro i due ricevettero in dono il “rudis” il bastone di legno che donava a loro la libertà.

i gladiatori più famosi di Roma
i gladiatori più famosi di Roma

MARCUS ATTILIUS:

Marco Attilius non era uno schiavo o un criminale, ne tanto meno un prigioniero di guerra, semplicemente era un comune cittadino romano che a causa dei grandi debiti accumulati, decise di sua spontanea volontà di intraprendere la gladiatura, con lo scopo di guadagnare il denaro necessario da restituire ai suoi creditori. Nonostante fosse ancora alle prime armi, Attilius dimostrò subito il suo talento e la sua grande abilità, battendo al primo scontro un certo Hilarius, un gladiatore con già dodici vittorie alle spalle. Per il valore dimostrato nello scontro ad Hilarius venne concessa la grazia e quindi la possibilità di ripresentarsi nuovamente nell’arena. Marcus Attilius sconfisse in seguito anche Lucius Raecius Felix, un gladiatore veterano, anch’egli plurivittorioso, e graziato al termine del combattimento. Alcune incisioni rinvenute a Pompei, e scolpite da un cittadino, sicuramente sbalordito dalle sue abilità , ci raccontano le imprese di Attilius che viene rappresentato come un mirmillone, ovvero un gladiatore dotato di un grosso elmo che ricopriva l’intero volto, un pesante scudo di forma rettangolare, una spada e uno schiniere che proteggeva una gamba sola dal ginocchio in giù. Anche per Attilius le notizie si fermano qui, non sappiamo quindi se  la sua bravura con le armi fosse dovuta al fatto che fosse un ex militare, o se fosse solo dotato di talento, ne tanto meno sappiamo quale fu la sua fine.

FLAMMA:

Il soldato siriano, Flamma  fu senza dubbio uno dei gladiatori più rinomati dell’impero. Catturato dai romani in Siria, Flamma venne costretto a combattere nell’arena, divenendo presto una celebrità per la sua bravura e per le grandi ricchezze accumulate. Durante il suo primo combattimento si trovò ad affrontare uno fra i migliori gladiatori in circolazione, e mentre tutti gli spettatori si aspettavano un duello di breve durata, Flamma ribaltò la situazione e vinse inaspettatamente, dando inizio alla sua brillante carriera. Flamma era un “Secutor”, letteralmente un inseguitore, dotato di un elmo  rotondo, con solo due piccoli fori per consentire la visuale ma anche per difendersi dal temibile tridente del “retiarius”, un lungo scudo concavo, una manica costituita da placche di metallo, che proteggeva il braccio destro e come arma il classico gladio. Sappiamo che la sua carriera fu di ben 13 anni, durante i quali combattè per ben 34 volte, per 21 volte ne uscì vincitore, 9 volte lo scontro terminò in parità, mentre per 4 volte venne graziato. Grazie alla sua bravura, Flamma ricevette il “rudis” per ben 4 volte, ma la sua stella era in continua ascesa e per 4 volte rifiutò la libertà per proseguire la sua carriera. Tutti i suoi combattimenti si svolsero al Colosseo, e quasi sempre costituivano l’evento principale della giornata, ai suoi combattimenti infatti era impossibile trovare posto all’interno dell’arena, la sua fama era talmente diffusa che all’epoca vennero addirittura coniate alcune monete con la sua effige, un onore concesso davvero a pochi. Flamma morì a 30 anni nel corso del suo ultimo combattimento al Colosseo, dopo di che venne trasportato in Sicilia e li presumibilmente sepolto. Il suo compagno d’armi, Delicatus, fece scolpire la lapide funeraria andata purtroppo perduta, ma di cui troviamo traccia in alcuni scritti del 700, che ne esaltava le gesta e che recitava:  “FLAMMA SEC VIX. ANN. XXX. PVGNAT. XXXIIII. VICIT. XXI. STANS. VIIII. MIS. IIII.”

SPARTACO:

Non servono molte presentazioni quando si fa il nome di Spartaco, certamente il gladiatore più conosciuto della storia. Delle sue origini poco si sa, di sicuro nacque in Tracia e venne catturato e poi venduto come schiavo dai romani. Giunto a Capua, il lanista Lentulo Batiato, notò subito la sua prestanza fisica e lo acquistò allo scopo di trasformarlo in un grande gladiatore per trarne il giusto profitto. Un guerriero come Spartaco aveva però idee molto diverse, e quando i tempi furono maturi, nel 73 a.C., insieme ad altri 70 gladiatori della palestra di Batiato, diede il via ad una rivolta che tenne in scacco la repubblica romana per diversi anni. Durante la fuga verso il Vesuvio vennero liberati migliaia di schiavi che subito si unirono a lui costituendo un vero e proprio esercito che sconfisse al primo scontro le truppe del pretore Claudio, proprio sulle pendici del vulcano. Alla notizia di quella vittoria, altri fuggiaschi si unirono a Spartaco, aumentandone gli effettivi. Anche il pro-pretore Publio Varinio venne sconfitto dai rivoltosi, che nell’occasione si impadronirono persino delle insegne delle legioni e dei fasci littori del magistrato, un vero smacco! Altre battaglie si susseguirono con gli uomini di Spartaco sempre vittoriosi, almeno fino al 71 a.C., quando il futuro triumviro Marco Licinio Crasso, reclutò ben 50.000 uomini altamente addestrati per eliminare i rivoltosi. La battaglia decisiva si svolse nei pressi del fiume Sele, e pare che lo stesso Spartacò cadde in quello scontro, anche se il suo corpo non venne mai ritrovato. I romani fecero ben 6.000 prigionieri che come monito, vennero crocifissi lungo tutta la via Appia, da Capua a Roma, per un totale di circa 200 km.

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https://www.sapernedipiu.it/i-gladiatori-piu-famosi-dell-antica-roma/

 

 

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