Il Pomerium

Il Pomerium, ovvero il confine sacro di Roma, venne tracciato quando Romolo acquisì il diritto di fondare la sua città dopo il leggendario duello mortale con il fratello Remo.

Romolo, non perse tempo e aggiogato un bue al suo vomere iniziò a tracciare un solco lungo le pendici del colle che aveva prescelto. Si diresse da prima verso oriente, risalendo a mezzacosta l’altura che sovrastava il fondovalle, dove si riversavano le acque di alcune sorgenti. per poi puntare verso sud, lasciandosi alle spalle la cima del colle da cui si potevano scorgere i territori limitrofi, e avvistare eventuali minacce in avvicinamento, facendo infine ritorno nel luogo da cui era partito, da cui era possibile dominare il guado sul fiume, stabilendo quindi un confine che diversi secoli più tardi avrebbe preso il nome di Roma quadrata.

Il Pomerium
Il Pomerium


Il pomerium, il solco appena tracciato da Romolo, non significava solo una linea lungo la quale costruire della mura difensive, ma aveva un valore ben più profondo, rappresentando quel limite sacro che riguardava tutta la vita dell’uomo all’interno, e di tutto ciò che restava all’esterno. Come abbiamo già detto questo limite sacro che viene indicato come un comune fossato è la rappresentazione materiale del pomerium. letteralmente “post moerus”,  ovvero, dietro al muro. Esso indicava uno spazio all’interno del quale non era consentito abitare, fabbricare o coltivare, questo perchè lo spazio materiale del solco era posto all’interno delle mura, e secondo gli antichi scritti “De Auspiciis”, serviva a delimitare esclusivamente l’area entro la quale dovevano essere presi gli Auspici urbani, ovvero tutte quelle decisioni che riguardavano la vita della nuova città. All’interno di quei confini non si potevano tenere i Comizi Centuriati (assemblle armate), ne esercitare l’imperium militae, la vita di Roma all’interno del Pomerium poteva essere gestita solo attraverso l’imperium domi, ovvero il potere giudiziario. Alcuni studiosi e storici di epoche più recenti ritengono che il Pomerium fosse più che altro un concetto piuttosto che una vera istituzione, e questo perchè solo i romani dei primi tempi potevano avere una prova visiva di quel confine sacro, al contrario di quanti vissero anche nei secoli successivi, predendo di conseguenza ogni riferimento diretto, già a partire dall’epoca repubblicana infatti, ci si cominciava a domandare il significato di quella ritualità che le tradizioni antiche avevano loro tramandato.

Nel I secolo a.C., lo storico romano Marco Terenzio Varrone, lo descrive già come un rito di origine etrusca, e ci spiega che il Pomerium è sia solco che muro perchè quest’ultimo è formato anche dalla terra sollevata dal vomere e gettata all’esterno di quel fossato, il muro di Varrone quindi non è solo un muro nella vera accezione del termine ma è anche un confine simbolico che resta all’interno delle fortificazioni, corrispondente al solco originale tracciato da Romolo. Secondo il rito etrusco per la fondazione di una nuova città, doveva prima essere delimitato lo spazio entro il quale la si voleva costruire, poi si aggiogavano un toro verso l’esterno e una vacca sul lato interno, dopo di che veniva tracciato un solco con l’aratro, in modo da essere protetti da un fossato e da un muro, costruito con il terreno scavato dal fossato.

Quello che è certo è che il Pomerium e il suo valore religioso originario, aveva valore entro cui avevano valore gli Auspici riguardanti gli eventi cittadini, per fare un esempio pratico, una volta varcate le porte della città andavano presi gli Auspici, ma una volta superato il Pomerium, questi decadevano e ne andavano presi altri, un procedimento obbligatorio e  ripetuto ogni volta che si faceva ritorno a Roma. Citiamo un altro esempio occorso a Tiberio Gracco, console nel 163 a.C., che ci fa capire meglio quanto questo rituale influisse sulla vita dell’Urbe.  Il console Gracco, recatosi agli Horti Scipionis, luogo prescelto per prendere gli Auspici fuori dal Pomerium, per convocare i Comizi Centuriati in vista dell’elezione dei nuovi consoli per l’anno successivo, fu costretto ad interrompere il rito perchè richiamato urgentemente in Senato, transitando ben due volte attraverso il Pomerium, ma l’ultima volta, forse per la troppa fretta o per l’urgenza delle questioni da svolgere, dimenticò di riprendere gli Auspici, cosa che rese illegittima l’elezione dei nuovi consoli, ciò dimostra come un’unica mancanza degl Auspici presi che fossero in entrata o in uscita dalla città, rendesse nulli, i precedenti, sia che fossero  di natura giudiziaria sia che fossero di natura militare.

Ma quale era il tracciato del Pomerium, dove erano i segnali del suo limite ? Quante volte fu spostato questo limite ? Quando? Da Chi?
Le risposte a queste domande gli studiosi le hanno ricercate nelle testimonianze letterarie scoprendo come siano discordanti fra loro ed a volte completamente sbagliate. La causa di questa situazione sta in una assenza di annotazioni  scritte al riguardo.

Credits to:

https://www.romeandart.eu/it/arte-pomerium-roma.html

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