Il Pontifex Maximus

Figura della religione romana, il Pontifex Maximus era il il più alto grado religioso a cui un antico romano poteva aspirare.

il pontifex maximus, storia e caratteristiche:

Le origini di questa carica sono da ricercarsi nelle radici più antiche di Roma, ed erano legate alla costruzione del ponte Sublicio, il primo ponte costruito sul Tevere, poco più a valle dell’isola Tiberina. Questo ponte era così determinante per i primi abitanti di Roma, che il suo innalzamento e la sua manutenzione diventarono motivo per fondare un sacerdozio ad esso correlato, il Pontifex appunto, che tradotto sarebbe letteralmente, il costruttore di ponti. Secondo l’antica tradizione istituita da Numa Pompilio, secondo Re di Roma, il Pontefice Massimo era la massima autorità religiosa a cui un romano poteva ragionevolmente aspirare. Fino al 300 a.C., la carica rimase a favore esclusivo dei patrizi, ma grazie alla Lex Ogulnia, promulgata proprio in quell’anno, consentiva anche ai plebei di accedervi, ma solo nel 254 a.C., si ebbe il primo eletto non patrizio nella figura di Tiberio Coruncanio. Il Pontifex Maximus risiedeva all’interno della Domus Publica che si trovava nel Foro Romano, accanto all’antica porta Mugonia, una delle quattro che si aprivano lungo il perimetro delle antiche mura quadrate di epoca romulea, e conosciuta anche come Vetus Porta Palatii.

Il Pontifex Maximus
Il Pontifex Maximus

il pontifex maximus, funzioni e poteri:

Il Pontifex Maximus era a capo del collegio dei pontefici, composto dal Rex Sacrorum, le Vestali e i Flàmini, presiedeva e sorvegliava tutto il culto religioso della società romana, sia in un contesto pubblico sia in quello privato. La sua elezione avveniva per cooptazione (assunzione di nuovi membri da un collegio già in carica), all’interno del collegio dei pontefici, fino al 104 a.C., quando grazie alla Lex Domitia, si stabilì che la sua elezione doveva essere organizzata da 17 tribù estratte a sorte fra le 35 esistenti. L’avvento di Silla alla dittatura, fece si questa legge venne abrogata dopo pochi anni, tuttavia, nel 63 a.C., venne rimessa in vigore da Tito Labieno su impulso di Giulio Cesare.

Il sacerdozio del Pontefice Massimo ricopriva una posizione analoga a quella dei consoli, con la differenza che la sua carica era a vita e non veniva condivisa con un collega, aveva diritto di sedere sulla sedia curule ed era scortato da 30 littori curiati, diversi dai classici littori in quanto privi di fasci, con compiti prettamente religiosi, come per esempio quando accompagnavano il Pontifex nello  scortare gli animali in occasione dei sacrifici. Il grande potere da lui detenuto gli consentiva di nominare le Vestali, i Flàmini e il Rex Sacrorum, tuttavia era però soggetto ai controlli del Censore e dei Tribuni della Plebe. Il Pontefice era poi responsabile della “consecratio”, ovvero la consacrazione del tempio alla divinità cui era dedicato, inoltre aveva il potere della Inauguratio, ossia negare le ragioni degli Auguri, nel caso in cui ne  ritenesse insufficienti le ragioni. Disciplinava poi i fasti, e compilava annualmente la tabula dealbata (una tavola che ogni magistarto romano utilizzava per pubblicare gli atti ufficiali), e gli annales pontificum, dove venivano registrati gli eventi più rilevanti della vita della città. Inoltre, fino a quando non venne introdotto il calendario giuliano, al Pontefice era concessa l’autorità di inserire il mese intercalare, al fine di mantenere allineato il calendario all’anno del tropico.

il pontifex maximus,  lista dei principali pontefici della storia di roma:

753 a.C.-712 a.C. la carica, probabilmente ancora senza un nome preciso, veniva detenuta dal Re

616 a.C.- 579 a.C. Sesto Papirio (non vi è certezza, ma il fatto che fosse un personaggio molto in vista, porta molti studiosi a ritenere che la carica fosse sua).

431 a.C. – 420 a.C., Aulo Cornelio Cosso

304 a.C., – 270 a.C., Lucio Cornelio Scipione Barbato

254 a.C., – 243 a.C., Tiberio Coruncanio (primo Pontefice appartenente alla classe plebea).

243 a.C., – 221 a.C., Lucio Cecilio Metello.

180 a.C., – 152 a.C., Marco Emilio Lepido.

103 a.C., – 89 a.C., Gneo Domizio Enobarbo

81 a.C., – 63 a.C., Quinto Cecilio Metello Pio.

63 a.C., – 44 a.C., Caio Giulio Cesare.

44 a.C., – 13 a.C., Marco Emilio Lepido (triumviro insieme ad Augusto e Marco Antonio).

Dal 13 a.C. Ottaviano Augusto, anche se di fatto ne esercitava i poteri da diverso tempo, a discapito dello stesso Lepido.

Dopo Augusto e fino al 376 d.C., la carica di Pontifex Maximus, veniva attribuita direttamente all’imperatore.

Nel 376 d.C., l’imperatore Graziano, cristiano molto fervente, rinunciò al titolo di Pontefice a beneficio di quello di Vescovo di Roma,  e da quel momento in poi la carica di Pontifex Maximus, non venne più assegnata, questo significa che questa carica rimane l’unica in vigore ancora oggi dall’epoca più remota di Roma, ininterrottamente dai tempi di Numa Pompilio.

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