il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna

Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna, sono la stessa persona? considerando le fonti storiche, anche piuttosto autorevoli, sembrerebbe proprio di si. Questo capitolo, molto importante riguardo la storia più antica della città di Roma, risulta quantomeno misterioso, e praticamente trascurato da tutti gli storici di età tardo-repubblicana, imperiale. La motivazione principale di questo buco temporale, è la grande distanza fra l’epoca della Roma arcaica,e l’età dei grandi scrittori latini, proprio questo infatti testimonia la mancanza di fonti certe e per lo più tramandate a voce e naturalmente travisate o modificate nei secoli. Tuttavia dei fatti in questione abbiamo sporadici racconti, alcuni autorevoli e abbastanza attendibili, mentre altri, più discordanti fra loro, lasciano qualche dubbio di troppo.

Il Re Servio Tullio e l'eroe etrusco Mastarna
Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna

Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco mastarna, i vibenna:

Per sommi capi il racconto si riferisce alle vicende del nobile guerriero etrusco Caile Vipinas, chiamato poi dai romani Caelius Vibenna, arrivato a Roma al tempo di Tarquinio Prisco,  e accampatosi coi suoi uomini sulle pendici del monte Celio, a cui lui stesso diede il suo nome. Va detto che alcune fonti collocano le avventure di Celio Vibenna ai tempi di Romolo, ma l’autorevolezza di Tacito e dei suoi Annali, non che un frammento del celebre grammatico Sesto Pompeo Festo, abbassano più verosimilmente le vicende ai tempi dei Tarquini, e quindi al VI secolo a.C.. Vi è poi un’ulteriore testimonianza, molto più autorevole, attribuita direttamente alla mano dell’imperatore Claudio, e riportata anche sulle tavole di bronzo rinvenute a Lione, nella quale si afferma che secondo alcuni autori, il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna fossero la stessa persona, e che fosse il fedele compagno di Caelius Vibenna, il cui esercito, provato dalle vicissitudini in Etruria, si accampò sul monte Celio. L’autorità di questa fonte, non solo è garantita dall’ufficialità del testo in cui è riportata, ma è anche suffragata dalla solennità in cui questa orazione dell’imperatore Claudio venne pronunciata, tale da escludere ogni altra fantasiosa ricostruzione.

Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco mastarna, la tomba francois di vulci:

Tutti questi dati sono oltretutto confermati e collegati fra loro, grazie al pregiatissimo fregio rinvenuto all’interno della famosa tomba Francois di  Vulci, databile intorno al IV secolo a.C., il quale si sviluppa su tre frazioni di parete. Nel fregio sono presentate diverse figure e partendo da sinistra verso destra,  si incontra subito il nobile Caile Vipinas, liberato dal fedele compagno, Mastarna che gli recide i ceppi coi quali era imprigionato, proseguendo altre coppie vengono rappresentate in atto di combattimento, con vari rimandi alla città etrusca di Sovana e ad alcuni nobili etruschi presenti nel fregio, fra i quali Aule Vipinas, fratello dell’eroe  Caile, e un romano Tarquinio, sintomo di come questi fossero già penetrati ampiamente in Etruria.   . Tuttavia è proprio l’ultima parte di questa decorazione che può considerarsi più interessante per il nostro racconto, e che corrobora quanto proclamato dall’imperatore Claudio, ma andiamo con ordine. Dalla natura dell’azione dipinta si può intuire piuttosto chiaramente che non era intenzione degli artisti, o dell’artista, rappresentare un generico episodio di battaglia, ma focalizzare un fatto ben preciso e di grande rilevanza. Si evince quindi che Caile Vipinas, a capo di una certa fazione, fosse stato catturato da uno schieramento a lui ostile, facendo si che i suoi compagni organizzassero un piano per riuscire a liberarlo. La scena in questione ci offre quasi una fotografia nitida dell’accaduto, gli assalitori infatti, sembrano cogliere di sorpresa i nemici, probabilmente colti nel sonno, non dando loro neppure il tempo di raccogliere vestiti e armi. In tutto questo la prima parte dell’affresco, dove Mastarna libera Caile Vipinas, e offre a lui una spada per combattere, è senza dubbio il gruppo di figure più rilevante.

Tutto questo infatti riporta ad una ipotesi concreta sul periodo degli ultimi Re di Roma, il primo Re etrusco, Tarquinio Prisco, originario di Tarquinia e probabilmente il Tarquinio rappresentato nell’affresco sopra citato, e dove verosimilmente si racconta la liberazione di Caile Vipinas, fatto prigioniero durante questo episodio, fu attaccato e sconfitto dall’esercito privato dei Vibenna, originari di Vulci, una vittoria che secoli dopo la stessa città riconobbe come propria. Di conseguenza i Vibenna si insediarono a Roma, ponendo sul trono Mastarna, che poi prese il nome gentilizio di Servio Tullio, una versione che differisce dalla tradizione romana, storicamente avvezza a minimizzare o a nascondere gli episodi avversi.

Il Re Servio Tullio e l'eroe etrusco Mastarna
Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna

Il Re Servio Tullio e l’eroe etrusco mastarna, ipotesi:

Il nome Mastarna da molti è stato accostato al latino “Magister”, come ad indicare una posizione di comando, ma da altre fonti pare che il significato vero fosse “del comandante”, ovvero come un aiutante o un servitore di chi stava veramente al comando, che nel nostro caso sarebbe Caile Vipinas, una posizione che ben si accorderebbe con il personaggio di Servio Tullio, non romano e tradizionalmente figlio di una schiava. Altresi non sappiamo se effettivamente Caile Vipinas sia mai giunto a Roma, la dedica del colle Celio in suo onore potrebbe infatti essere un episodio postumo, un omaggio alla memoria di un caduto per esempio. Lo scenario in questo modo si aprirebbe in altre direzioni, come mai allora se l’eroe etrusco Celio Vibenna era a capo delle operazioni, sul trono salì Mastarna-Servio Tullio? Probabilmente il comandante potrebbe aver perso la vita durante la marcia di avvicinamento alla città, oppure dopo un periodo di sottile equilibrio, Mastarna fece valere la sua forza e lo uccise di sua mano, ancora più incerto potrebbe essere il destino del fratello di Celio, Aulo. Probabilmente si defilò cercando fortuna altrove, oppure, facendo prevalere la sua forza di comandante, Mastarna eliminò anch’egli, temendo i suoi naturali vincoli ereditari.  Alcuni storici vissuti molti secoli dopo, fra i quali lo scrittore cristiano Arnobio,  che però riportavano a fonti più antiche, affermano che sul Campidoglio venne rinvenuta la testa di un certo Olus Vucentanus (Aulo di Vulci), da cui deriverebbe lo stesso nome del celebre colle (Caput-Oli, divenuto poi Capitolium). Questo personaggio, sempre secondo Arnobio, sarebbe stato ucciso da uno schiavo (Mastarna?), e il suo ritrovamento, privo di una degna sepoltura potrebbe aver significato che i Vibenna, fossero stati esiliati da Vulci, oppure usciti dalla città dopo una ribellione.

Rimane ora da affrontare il problema  dell’ identità di Mastarna e di Servio Tullio citata dalle fonti etrusche di Claudio. Mastarna  a Roma era uno straniero senza nome gentilizio e  appartenente ad una classe inferiore; Servio Tullio è ricordato dalla tradizione come straniero e apolide, cioè in origine senza diritti di cittadinanza. Mastarna sale sul trono della città  a seguito di eventi che implicano la sconfitta e probabilmente l’uccisione di un Tarquinio; Servio Tullio infatti si impossesserà del regno dopo l’uccisione di Tarquinio Prisco. Si può ancora  aggiungere che le riforme attribuite a Servio Tullio comprendono la creazione di un sistema di rappresentanza, come i comizi centuriati,  basati fondamentalmente sopra di una struttura militare già esistente:

Sembra dunque abbastanza sicuro affermare  che Mastarna, rimasto ormai solo a capo dei suoi soldati stanziati in città  dopo la scomparsa dei due fratelli Vibenna, abbia voluto  stabilizzare il suo potere in maniera progressiva, assumendo prima un nome gentilizio  cercando poi sul luogo,  una  propria legittimità. In conclusione a prescindere da come si siano svolti i fatti, non vi è alcuna certezza che il Servio Tullio e l’eroe etrusco Mastarna, siano lo stesso personaggio, ai fini storici infatti questo appare del tutto irrilevante, di sicuro però possiamo affermare che queste due figure  abbiano molto in comune e rimangano comunque legate fra loro da solide logiche di continuità.

Credits to:

https://www.sunelweb.net/modules/sections/index.php?artid=11968

https://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Etruschi/mastarna.html

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.