Navigare…necesse est!

Navigare…necesse est!, questo urlò ai suoi marinai un già avanti con gli anni, Pompeo Magno, aggiungendo poi: “Vivere non est necesse!”,  fra gli sguardi allibiti dei suoi subalterni, dopo di che diede immediatamente l’ordine di salpare, ponendosi egli stesso a capo del convoglio marittimo incurante della tempesta in atto.

Navigare....necesse est!
Navigare….necesse est!

navigare…necesse est!, contesto storico:

Immaginiamo proprio così la scena che i marinai romani assistettero, a seguito del loro generale, ormai sulla cinquantina d’anni, e all’apice del suo successo dopo aver brillantemente sgominato le bande di pirati in lungo e in largo, per tutti i mari che circondavano la penisola italica e non solo. La moltitudine di flottiglie, sparpagliate per i mari e incoraggiate da Mitridate, per decenni rappresentarono infatti una vera spina nel fianco per la Repubblica, paralizzandone la navigazione, depredando ogni mercantile, riducendo Roma ai limiti della sopravvivenza per la mancanza di rifornimenti. Pompeo Magno però, nominato capo supremo di tutte le forze armate, con una flotta di 500 navi rastrellò ogni angolo navigabile, eliminando ogni sacca di resistenza, dopo di che bloccò tutti porti principali d’oriente dalla Fenicia fino alla Crimea, costringendo Mitridate ad una precipitosa ritirata. Dopo circa dieci anni da questi accadimenti, una grave carestia minacciava nuovamente la città, così Pompeo, nominato prefetto dell’annona, aveva mobilitato ogni nave disponibile per far rotta verso la Sardegna, la Sicilia e per l’Africa, per raccogliere quante più derrate possibili. Tuttavia al momento di rientare verso il porto di Ostia, i suoi sottoposti gli avevano suggerito un rinvio a causa delle cattive condizioni del mare. Pompeo però non volle sentire ragione, considerando un grosso problema anche il più piccolo ritardo,  proprio per questo motivo, urlò a loro la celebre frase: “Navigare necesse est! Vivere non est necesse!”. In effetti, esaminando queste parole, per quanto sferzanti, erano quanto mai legittime e contingenti al momento, le loro vite infatti, per quanto importanti fossero, non erano indispensabili alla sopravvivenza della popolazione, la navigazione invece era di vitale importanza per il sostentamento della città, a costo di perdere anche uomini e navi.

navigare…necesse est!, roma per mare:

D’altra parte navigare per i romani non era più una novità da secoli, e senza una ferrea determinazione nello sfruttare i grandi vantaggi che da questo ne derivava, probabilmente oggi non sentiremo parlare della Roma antica allo stesso modo. Fin dai tempi più remoti infatti, senza questa ostinazione, i romani non si sarebbero mai liberati dell’accerchiamento etrusco o degli altri popoli latini, e successivamente non avrebbero mai potuto annettere tutta la penisola italica, se non avessero sfidato, anche via mare le millenarie potenze greche e cartaginesi, senza contare che in seguito sarebbero riusciti a governare e amministrare un impero che raccoglieva l’intero Mar Mediterraneo. Sono migliaia ormai i siti archeologici marittimi dove periodicamente vengono rinvenuti artefatti di epoca romana, così come a ridosso di fiumi e di ogni specchio d’acqua che i romani abbiano navigato con le loro flotte, non fa eccezzione il piccolissimo lago di Nemi, dove l’eccentrico Caligola fece allestire due gigantesche navi cerimoniali che tecnicamente nulla avevano da invidiare alle più grandi imbarcazioni adatte alle  navigazioni. Tutto questo ci riporta al solito trafiletto che di tanto in tanto ci ritroviamo a leggere, che ci dice che la civiltà romana, più incline alle attività sulla terra ferma, per vincere sul mare fu costretta a ricorrere ad espedienti per poter combattere come su di un normale campo di battaglia. Naturalmente va da se, che dal momento che si abborda una nave nemica, con qualsiasi mezzo, parliamo comunque di un combattimento marittimo e non di uno terrestre, le manovre navali dell’abbordaggio e dell’arrembaggio, senza una precisa preparazione, non risulterebbero certo vincenti, quindi se vogliamo stabilire quale sia stata la vera abilità sul mare dei romani, basta guardare i risultati da loro conseguiti nella storia, impossibili da ottenere senza una ferrea disciplina e  una  grande preparazione, sia fisica che staretgica.

navigare…necesse est!, il successo di roma:

Riportare però il successo di Roma alla sola superiorità e capacità di imporsi sui nemici, è quantomeno riduttivo. Gli eventi marittimi che si susseguirono nei secoli, mettono infatti in luce un aspetto poco noto del mondo romano, facendoci ricordare che a partire dalla nascita della città, i primi abitanti, iniziarono da subito a sfruttare il Tevere per la navigazione e il trasporto delle merci, un sistema questo che molte volte permise la sopravvivenza della città stessa, nella prima fase della sua storia, spesso accerchiata dai nemici. Anche nei secoli a seguire l’intraprendenza romana porto i suoi armatori a spingere spesso le proprie navi in zone al di fuori dell’influenza dell’Urbe, alla ricerca di sempre più ricchi profitti e affari, trasformando i mercantili in uno strumento che più di ogni altro rappresentava la   vitalità politica ed economica della città, precendendo e inconsapevolmente incentivando la progressiva espansione romana oltremare. D’altra parte e ben noto che le prime espansioni della Repubblica avvennero per mare, prima per il controllo della penisola italica e poi della Sicilia , fino alla Corsica e alla Sardegna, per poi arrivare fin sulle coste balcaniche a est, a quelle iberiche a ovest, e a quelle africane a sud. Tutto questo fu possibile non solo all’utilizzo di potenti e immense flotte da guerra, ma anche da quelle che servivano per il trasporto delle macchine belliche,  dei cavalli, delle migliaia di legionari e dei loro rifornimenti.  E’ solo dopo aver conquistato i territori costieri sopra citati che i romani iniziarono a pensare ad annessioni terrestri, come ad esempio la Gallia transalpina o la Germania, non trascurando però la componente marittima, utilissima in varie circostanze per aggirare le resistenze nemiche sulle città affacciate sul mare, assumendone il controllo, oppure più banalmente per sbarcare in Britannia, come fece per la prima volta Giulio Cesare.

Navigare....necesse est!
Navigare….necesse est!

navigare…necesse est!, evoluzioni imperiali:

Con l’inizio dell’era imperiale, il ruolo delle navi subì un’ulteriore evoluzione, grazie infatti alle innovazioni portate dal fedele Agrippa, Ottaviano Augusto inaugurò la costituzione delle flotte militari permanenti che avevano il compito di sorvegliare la legalità delle navigazioni, altre flotte vennero poi istruite lungo i grandi fiumi di confine come il Reno e il Danubio allo scopo di controllo e  dissuasione. Nel frattempo, approfittando del periodo di pace e sicurezza che si era instaurata, i traffici marittimi vennero oltremodo potenziati. Vennero così costruiti nuovi porti in tutto il Mediterraneo, nuove flotte mercantili, e nuove infrastrutture a supporto della navigazione come i fari. Anche lo sfruttamento dei corsi d’acqua interni venne notevolmente potenziato, sia lungo il Tevere che per gli altri grandi fiumi, venne incrementato il trasporto dei rifornimenti anche attraverso lo scavo di nuovi canali progettati dagli ingegneri romani. Queste attività commerciali, favorite dai viaggi e dagli scambi di merci, sempre più fiorenti, portarono indiscutibilmente un grande benessere, andando inoltre ad accellerare il processo di integrazione delle province più lontane, rendendole di conseguenza anche più sicure.

Per concludere una massima di Seneca che amava sottolineare i pregi di una nave romana:

«La nave che viene giudicata buona non è quella dipinta con colori preziosi, o dal rostro argentato o dorato, né è quella con la divinità protettrice scolpita in avorio, o carica di tesori o di altre ricchezze regali, ma è la nave ben stabile e robusta, con giunture saldamente connesse ad impedire ogni penetrazione dell’acqua, tanto solida da resistere agli assalti del mare, docile al timone, veloce e non succube dei venti.»
Credits to:
https://www.romaeterna.org/roma/navi.html

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