La Grecia Romana

Per Grecia romana si intende quel periodo storico che va dalla distruzione di Corinto del 146 a.C., alla seguente trasformazione della Grecia in provincia romana avvenuta nel 27 a.C., fino alla divisione dell’Impero fra oriente e occidente del 395 d.C..

La Grecia Romana
La Grecia Romana

La Grecia Romana, storia:

Già dal V secolo a.C., i Greci erano a conoscenza dell’esistenza di Roma, anche se fu solo con l’avvento delle guerre pirriche (280-275 a.C.), che la stessa Roma potè intervenire all’interno del mondo greco. Dopo varie vicissitudini che videro i romani prima soccombere e poi prevalere, Pirro venne costretto a fare ritorno in patria, permettendo a Roma di esercitare la propria egemonia su tutto il mondo ellenico. I romani intervennero più decisamente nel 230 a.C., quando misero fine alla pirateria illirica che tanto danneggiava l’economia delle città greche della costa adriatica. Sconfitti così i pirati illirici, i romani strinsero una serie di alleanze con alcune delle più importanti città greche come Apollonia e Corcyra, per poi mandare ambascerie a Etoli e Achei rassicurandoli sulle loro intenzioni pacifiche. Il secondo intervento romano in Grecia si ebbe nel 215 a.C., nel bel mezzo della seconda guerra punica,  quando venne ufficializzata la pericolosa alleanza tra Annibale e Filippo V, Re di Macedonia. I romani reagirono stipulando un’alleanza con gli Etoli, acerrimi nemici di Filippo V,  alleanza alla quale si unì anche il Regno di Pergamo. Le ostilità terminarono fra il 206/205 a.C., quando si giunse ad un compromesso che accontentava entrambi gli schieramenti. Sconfitta definitivamente Cartagine, Roma diventava la potenza egemone del Mediterraneo, e secondo alcune teorie, la volontà romana di conquistare tutto il mondo conosciuto mirava naturalmente verso la Grecia e  tutto l’oriente, ma secondo altre l’espansionismo romano in terra ellenica si ebbe come conseguenza del comportamento ostile del regno di Macedonia, a cui i romani intendevano porre rimedio. Nel 200 a.C., Rodi e Pergamo inviarono una richiesta d’aiuto a Roma a causa delle minacce di Filippo V. Subito i romani inviarono un ultimatum al Re macedone, ma ancor prima di ricevere una risposta, dichiararono la Macedonia, provincia consolare. Seppur appena usciti da una guerra lunga e logorante con Cartagine, i Romani accettarono di buon grado di concedere aiuto ai due stati ellenistici. Nel 197 a.C., il console Tito Quinzio Flaminino, dopo tre anni di scaramucce, ebbe la meglio in una grande battaglia campale contro i macedoni presso Cinoscefale, decretando in seguito che tutte le città macedoni fossero libere e autonome con grande giubilo dei Greci. Tuttavia la riorganizzazione imposta dai Romani, accontentò molti, ma come spesso accade, ne scontentò altri, la Lega etolica infatti si sentì pesantemente danneggiata dai nuovi accordi, chiedendo per tutta risposta aiuto a Nabide di Sparta e Antioco III Re della Siria, per liberarsi una volta per tutte dai romani. Questo nuovo conflitto vide prevalere ancora una volta i romani che sancirono poi la pace con il trattato di Apamea del 188 a.C.. Nonostante ciò, gli equilibri che tenevano uniti i vari stati della Grecia antica erano ormai logori ed era lecito quindi aspettarsi una sollevazione generale nei confronti dei romani, che fino a quel momento avevano esercitato un dominio esclusivo e assoluto. L’occasione si ebbe nel 179 a.C., quando sul trono di Macedonia salì Perseo. il nuovo Re, eletto con il benestare del Senato, se da una parte rinnovava i patti di amicizia con i romani, dall’altra stringeva accordi con Etoli, Seleucidi e Rodii, Perseo si ingraziò così tutto il mondo greco ponendo l’accento sulla tirannia romana e sull’impopolarità di cui ormai godevano. Il Senato, avvertito di tutto ciò mandò un suo legato per tentare di riordinare le cose, comunicando contemporaneamente a Perseo le condizioni per evitare un conflitto. I vari appelli rimasero inascoltati e il tutto sfociò in un unico scontro decisivo fra i due eserciti a Pidna nel 168 a.C.. Il Re Perseo, sconfitto, fu fatto prigioniero e condotto a Roma per il trionfo del console vittorioso, Lucio Emilio Paolo. La monarchia macedone fu così smantellata definitivamente e i suoi territori vennero divisi in quattro repubbliche autonome e tributarie a Roma. Dopo il termine della guerra Roma fu molto severa con gli stati che si erano alleati con i Macedoni, e allo stesso tempo mise in disparte le vecchie alleanze ormai non più rilevanti come quella con Pergamo. Allo stesso tempo il Senato si impegnò a sostenere le continue rivolte di palazzo, le usurpazioni e le secessioni, non solo all’interno del regno seleucide ma di tutto il mondo ellenistico, una politica che ottenne il grande risultato di minare l’intero sistema dall’interno, accellerandone così la disgregazione. Nonostante tutto ciò un ultimo tentativo di rovesciare la situazione era all’orizzonte, un avventuriero di nome Andrisco riuscì nel tentativo di radunare un grande esercito ed ottenere una serie di vittorie sui romani che rimasero non poco stupiti dell’accaduto. Nel 148 a.C., il console Quinto Cecilio Metello ottenne una vittoria schiacciante, ristabilendo l’ordine, riunificò poi la Macedonia in un’unica provincia romana che ora comprendeva anche Epiro e Tessaglia. L’epilogo era vicino, gli Achei che da sempre mal sopportavano il dominio di Roma tentarono un’ultima rivolta, ma le legioni romane ancora una volta ebbero la meglio, la città di Corinto venne conquistata e rasa al suolo così che fosse da monito, la lega achea fu smembrata e l’organizzazione delle città greche fu adeguato al potere romano, il mondo politico greco praticamente non esisteva più.

La Grecia Romana
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La Grecia Romana, il protettorato (146- 27 a.C.):

I’effetto più immediato che si ebbe una volta sottomessa la Grecia, fu il termine di ogni ostilità tra gli stati ellenici. Da quel momento i romani trattarono i Greci non come amici o alleati ma ne più ne meno come comuni sudditi, nonostante molti senatori romani fossero di chiaro stampo filo-ellenico ammirandone profondamente la loro cultura, Atene anche come centro intelletuale del Mediterraneo venne sopravanzata da Alessandria d’Egitto. Nei primi anni, come detto, i romani furono molto severi e inflessibili con i greci che si erano mostrati insofferenti alla presenza romana, ma col passare degli anni le cose non si può dire che andarono migliorando, proseguendo anzi su un binario di sostanziale indifferenza da parte dei nuovi dominatori che permisero alla pirateria di dilagare in quelle acque, trasformando Creta e la Cilicia nelle loro principali piazzeforti. Da queste zone i pirati divennero sempre più arditi e organzizzati, arrivando addirittura a schiavizzare intere popolazioni. A quel punto i Romani furono costretti ad intervenire per arginare la questione. Ottenuti nel 102 a.C., diversi successi sui pirati, ai romani si aprì la possibilità di creare la nuova provincia asiatica di Cilicia, sfortunatamente per loro però, l’avvento di Mitridate VI, Re del Ponto, vanificò ogni sforzo. Il Re del Ponto convinse con pochi sforzi, molte città greche ad unirsi a lui per combattere i romani, tutta l’Acaia insorse, compresa la stessa Atene, guidata da Aristione che rovesciò il fragile governo locale per accodarsi a Mitridate, il quale appariva agli occhi dei greci come un vero liberatore. Ci vollero due anni di guerra a Lucio Cornelio Silla per riuscire ad allontanare Mitridate dall’orbita greca  e sedare la ribellione, che culminò con il saccheggio di Atene e di Tebe che tante ricchezze portarono ai romani. Le successive battaglie decisive per le sorti delle guerre civili romane, fra Cesare e Pompeo e fra Ottaviano e Marco Antonio, si svolsero in Grecia, a Farsalo la prima e ad Azio la seconda, lasciando quelle terre in uno stato di totale prostrazione, spopolato e in rovina.

La Grecia Romana, la provincia (27 a.C.- 395 d.C.):

Fu con l’avvento del principato di Ottaviano che in Grecia tornò a regnare la pace. Il primo Imperatore di Roma infatti trasformò la Grecia nella provincia romana di Acaia, cosa che era già nei progetti di Giulio Cesare, ma la vera svolta avvenne durante il regno di Tiberio, egli infatti trattò con benevolenza quelle regioni riducendo a loro la tassazione e inviando cospicui aiuti in occasione di un grande terremoto che in quegli anni colpì quelle terre. I vari successori di Tiberio, in particolare Nerone e Adriano, proseguirono su quel solco attuando una politca di grande disponibiltà verso il mondo ellenico, si può così dire che Roma, dopo aver depredato e mal gestito per decenni quelle regioni, si assunse le proprie responsabilità. Con il passare degli anni i ruoli si invertirono e furono i greci a conquistare i romani, ma non con le armi, bensì con la loro cultura, che diede un forte impulso alla civiltà romana, e la Grecia divenne una delle provincie chiave di tutto l’Impero. Dal canto suo, Roma portò in Grecia le proprie istituzioni e le proprie tecnologie, costruendo ponti, strade, molti intelletuali greci si trasferirono a Roma, mentre molti imperatori romani, tra cui anche  Adriano, si dedicarono all’abbellimento  di Atene, e di altre città greche, la “Pax Romana” permise così alla Grecia di tornare a splendere economicamente e socialmente, almeno fino alla vigilia delle prime invasioni barbariche. Nella prima metà del VII secolo, l’Imperatore bizantino Eraclio, modificò sostanzialmente l’organizzazione amministartiva e militare dell’Impero d’oriente, fino ad allora ispirati al modello romano, imponendo l’uso della lingua greca, iniziando per quella regione un nuovo corso storico.

Si ringrazia per le foto:

http://campingplatz-reinhof.info/acropolis-reconstruction.html

http://www.projethomere.com/priere-acropole-francais.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Grecia_romana

 

 

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