L’iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo

L’iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo si concretizzò quando nel periodo della conquista della Germania, Ottaviano Augusto, individuò nel fiume Elba il naturale confine di quella nuova regione. In questo frangente Lucio Domizio Enobarbo, nonno del futuro imperatore Nerone, si distinse per il suo coraggio e la sua lungimiranza, oltrepassando il fiume e spostandosi ancora più oltre in territori sconosciuti e inospitali.

L'iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo
L’iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo

L’INIZIATIVA DI LUCIO DOMIZIO ENOBARBO, BIOGRAFIA:

Lucio Domizio Enobarbo, figlio di Gneo Domizio, console nel 32 a.C.,  e di Lepida, prese in sposa Antonia maggiore, figlia di Ottavia, sorella di Augusto, dalla quale ebbe  cinque figli, di cui i primi due presumibilmente scomparsi in modo prematuro, uno di questi di nome Lucio  partecipò alla spedizione in oriente di Gaio Cesare, poi Domizia maggiore, Gneo Domizio, futuro padre di Nerone, e l’ultimogenita, Domizia Lepida, poi sposa di Messalla Barbato, console nel 20 d.C.. Di lui Svetonio ci tramanda la figura di un uomo arrogante e crudele.  Lucio Domizio Enobarbo ricoprì nella sua vita diverse cariche pubbliche: fu Questore nel 24 a.C., Edile due anni più tardi e poi infine Console nel 16 a.C., all’età di 33 anni. Nel 13 a.C., lo troviamo nel ruolo di proconsole d’Africa, e qualche anno dopo inviato in Illiria come governatore, dove probabilmente rimase per diversi anni, presumibilmente dal 6 al 3 a.C., prima di ricoprire dal 3 all’1 a.C., il prestigioso ruolo di governatore della Gallia Comata, probabilmente unita come provincia alle recenti conquiste della Germania e della Rezia.

L’INIZIATIVA DI LUCIO DOMIZIO ENOBARBO,  oltre il fiume elba:

Come governatore di quella nuova provincia, dopo le precedenti campagne di Druso maggiore ( 12-9 a.C.), e di Tiberio (8-7 d.C.),  Lucio Domizio Enobarbo, attraversò il Danubio per addentrarsi nelle ignote regioni germaniche. Qui per prima cosa intercettò la migrazione della tribù degli Ermunduri, in cerca di nuove terre, sconfiggendoli in battaglia e stanziandoli in quelle dei Marcomanni, spostatisi più ad est per timore dell’avanzata romana, per poi proseguire la sua marcia ancora più a nord. Dopo svariati chilometri di marcia le armate romane giunsero sulle sponde del fiume Elba, quel confine naturale che Ottaviano aveva idealmente riconosciuto nei suoi pensieri, ma Lucio Domizio non si fermò, ma anzi proseguì la sua marcia oltre il corso d’acqua, per addentrarsi in zone mai viste prima di allora. La mossa potrebbe sembrare a dir poco avventata, ma se proviamo ad osservare la situazione dal punto di vista romano, ci accorgiamo che lo fu fino a un certo punto. Con i nuovi confini, era necessario conoscere quanto di buono si poteva ottenere, e di quali pericoli ci si doveva preparare a fronteggiare, ma allo stesso tempo sarebbe stato utile per stringere nuovi accordi, e per creare soggezione e timore ad altre tribù vicine. La tattica funzionò piuttosto bene, e subito molti ambasciatori di diverse tribù germaniche, intimorite dall’ardire romano, accorsero al cospetto di Lucio Domizio Enobarbo, per stringere patti di amicizia, a conti fatti, la nuova frontiera sembrava già apparentemente sicura. Subito per suggellare la sua impresa Lucio Domizio fece erigere sulle sponde dell’Elba un altare dedicato ad Augusto, come già fece in precedenza Lucio Sestio Albaniano in Spagna sulle rive dell’Oceano Atlantico.

L'iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo
L’iniziativa di Lucio Domizio Enobarbo

L’INIZIATIVA DI LUCIO DOMIZIO ENOBARBO, il probabile percorso:

Dalle poche informazioni giunte ai giorni nostri, alcuni studiosi hanno ipotizzato che Lucio Domizio Enobarbo, abbia condotto il suo esercito partendo da Augusta Vindelicorum (odierna Augsburg), e che abbia poi attraversato il Danubio nei pressi di Ratisbona, per poi seguire il percorso del fiume Saale, scambiandolo con ogni probabilità per l’alto fiume Elba, fino ad arrivare al medio corso del fiume stesso, proprio dove decise di erigere il famoso altare. Qui Enobarbo interferì negli affari interni dei Cherusci, al di la del Weser, ma pur non subendo alcuna sconfitta militare, evitò accuratamente di compiere altre azioni in quei territori, ancora ben lontane dall’essere sotto il controllo romano. Per tutte queste imprese Lucio Domizio, una volta tornato a Roma si meritò gli ornamentha triumphalia, il massimo onore che poteva essere concesso ad un generale vittorioso.

L’INIZIATIVA DI LUCIO DOMIZIO ENOBARBO, i pontes longi:

Tra i meriti di Lucio Domizio Enobarbo, non vanno dimenticati quelli riguardanti la costruzione dei cosiddetti “Pontes Longi”, ovvero delle strade in legno, approntate per attraversare i diversi terreni paludosi presenti nella regione. Questo genere di passaggi pare che esistessero già da diversi secoli, ma i romani, come era tradizione, appresero la tecnica dai costruttori del luogo, la migliorarono e la riutilizzarono per i loro scopi. I Romani inizialmente utilizzarono un sistema di sopraelevazione delle strade rispetto a quanto fatto in Italia. La prima operazione consisteva nel segnare il percorso  con dei piloni, successivamente riempire  lo spazio fra di essi con grandi quantità di pietre, innalzando il livello stradale fino a 2 metri sopra la palude.

Nelle province il metodo di costruzione era leggermente diverso in quanto nel corso della prima fase di conquista le costruzioni dovevano essere sia stabili che rapide da realizzare, per meglio addentrarsi nei territori recentemente acquisiti: In questo caso i piloni e l’intera struttura erano fatti con tronchi d’albero: i cosiddetti pontes longi.

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