Marco Antonio

Marco Antonio nato a Roma il 14 gennaio dell’83 a.C. e morto ad Alessandria d’Egitto  il primo d’agosto del 30 a.C., è stato un abile condottiero e un valoroso combattente della Repubblica romana. Discendente da una famiglia di patrizi, Marco Antonio fu il luogotenente di Giulio Cesare in Gallia, sotto la cui protezione incominciò la sua carriera senatoria. Con il corso degli anni l’obiettivo di Marco Antonio fu quello di trasformare la Repubblica romana in una monarchia di stampo orientale, cosa che lo portò inevitabilmente allo scontro con Ottaviano Augusto, il tutto dopo un lungo periodo, dopo l’assassinio di Cesare, che vide l’alternarsi di accordi politici e conflitti che portarono Marco Antonio ad essere sconfitto insieme all’amata Cleopatra, nella decisiva battaglia di Azio del 31 d.C.. Cleopatra e Marco Antonio tornarono precipitosamente ad Alessandria dove trovarono la morte dopo poco tempo. A causa della sua vita dissoluta, del suo esuberante comportamento e delle sue orientaleggianti vedute politiche, Marco Antonio detiene il triste privilegio di essere il primo cittadino romano colpito dalla “Damnatio Memoriae”, alla sua morte infatti il Senato, lo trattò come un nemico a tutti gli effetti, cancellando ogni epigrafe e ogni riferimento alla sua esistenza, insomma una vera condanna all’oblio. Per il suo modo di vestire e di porsi in pubblico e per il suo robusto aspetto fisico, deriva l’espressione usata ancora ai nostri giorni “essere un Marcantonio” per indicare una persona dall’aspetto fisico vigoroso.

Marco Antonio
Marco Antonio

Marco Antonio, i primi anni:

Marco Antonio Oratore, nonno di Marco Antonio e grande militare, con la sua vittoria sui pirati in Cilicia, riuscì a coronare con il consolato la sua carriera politica, cosa che permise alla sua famiglia di origine plebea, di entrare nella nobiltà romana. Il figlio, Marco Antonio Cretico, proseguì con la buona politica, ricca di elargizioni iniziata dal padre, tanto da rischiare la bancarotta, ma la sua vita si interruppe prima del previsto,  nel 71 a.C., in conseguenza di una sciagurata spedizione contro i Parti. Il piccolo Marco Antonio, insieme ai fratelli Lucio e Gaio e alla sorella Antonia, furono lasciati alle sole cure della madre Giulia Antonia, cugina di secondo grado del grande Giulio Cesare. Giulia Antonia sposò in seguito Publio Cornelio Lentulo Sura, un uomo politico coinvolto nella celebre congiura di Catilina, e conseguentemente giustiziato nel 63 a.C.. Il prestigio sociale di Marco Antonio e dei suoi fratelli rimaneva perciò limitato dai forti debiti lasciati dal padre, ma anche dal fatto che Lentulo, nonostante avesse sposato la madre, non li adottò mai , ragion per cui, seppur figli di un ex console, vennero declassati a semplici cavalieri. Il giovane Marco Antonio adottò presto uno stile di vita dissoluto e disordinato, accumulò molti debiti a causa delle spese eccessive, portate anche dal frequentare amici a dir poco turbolenti, amava inoltre circondarsi da fenomeni da baraccone come il nano Sisifo e da altri amici, come Clodio Pulcro che vivevano la loro vita pericolosamente. Dopo questo periodo di dissolutezza, Marco Antonio partì per la Grecia per studiare retorica, divenendo anche un ottimo oratore. Poco tempo dopo divenne il luogotenente del Proconsole di Siria, Aulo Gabinio, sotto il quale ebbe per la prima volta occasione di mostrare tutto il suo valore in battaglia al comando della cavalleria. Successivamente Marco Antonio venne inviato in Palestina per sedare la rivolta innescata dal sacerdote giudeo, Aristobulo. Il giovane generale si disfò in breve tempo del nemico sollecitando poi il proconsole Gabinio ad intervenire anche in Egitto su richiesta del Re Tolomeo XII. Anche in questa campagna militare, Marco Antonio sfoggiò tutto il suo valore e la sua abilità nel combattimento, ma cosa più importante, entrò per la prima volta ad Alessandria, una città che lo influenzerà profondamente.

Marco Antonio, luogotenente di Giulio Cesare:

Quando ci sia effettivamente stato l’avvicinamento di Marco Antonio a Giulio Cesare, non è cosa certa, di certo c’è che la carriera politica di Marco Antonio necessitava di un protettore che avesse maggior prestigio e in quegli anni dove Cesare, Pompeo e Crasso si dividevano il potere mediante quell’accordo passato alla storia come “Primo Triumvirato”, Marco Antonio si avvicinò al futuro proconsole delle Gallie, sotto il quale servì a partire dal 54 a.C.. Per quella difficile spedizione, Giulio Cesare necessitava di generali energici e risoluti, ma allo stesso tempo, giovani che potessero essere versatili, adattandosi alle varie esigenze, Marco Antonio fu naturalmente uno dei prescelti visto che tornava dall’oriente ricco di bottini  e di esperienza sul campo, da Cesare, Marco Antonio imparò a trattare i suoi soldati con magnanimità. Marco Antonio tuttavia si unì a Cesare solo in seguito, nel 53 a.C., forse su suggerimento dello stesso Cesare, per favorire la sua carriera politica, chiese e ottenne l’appoggio di Cicerone, senza immaginare che dieci anni più tardi sarebbero stati acerrimi rivali. Nel 52 a.C. Marco Antonio prese parte come legato, alle campagne di Gallia sotto il comando di Giulio Cesare, distinguendosi per aver brillantemente difeso alcune porzioni di fortificazioni nel celebre assedio di Alesia che vide la definitiva resa di Vercingetorige, prima occasione nella quale il proconsole delle Gallie cita il giovane Marco Antonio nei suoi famosi commentari del “De Bello Gallico”. Avendo raggiunto l’età adeguata potè poi candidarsi alla questura per l’anno successivo, prima importante carica politica da lui raggiunta, e che apriva la strada alle più alte magistrature repubblicane come il consolato o la pretura. Dopo aver avuto un ruolo decisivo nelle ultime battaglie per la conquista della Gallia, grazie all’appoggio di Cesare, nel 50 a.C., venne eletto tribuno della plebe e Augure, tutto questo fece di Antonio uno strenuo difensore del futuro dittatore romano, e nella lotta civile che ne seguì, prese decisamente le parti del conquistatore della Gallia, contro Pompeo e il Senato di Roma. Accorso a Roma cercando con la carica di questore ottenuta,  di difendere, senza successo,  il suo generale dall’accusa del Senato che voleva dichiararlo “Hostis Publicus”, Marco Antonio fece immediatamente ritorno nelle fila cesariane che si trovavano a Ravenna, in attesa di varcare in armi il fiume Rubicone. Nelle prime fasi della guerra civile, Antonio, alla guida di alcuni reparti occupò le città di Ancona e di Arezzo, ma soprattutto, si incrinarono i rapporti con Cicerone che nel frattempo prese le parti di Pompeo. Seguì poi Cesare, combattendo al suo fianco, nella decisiva battaglia di Farsalo, e a guerra finita, dopo la nomina di dittatore a vita di Cesare, ottenne l’importante ruolo di “Magister Equitum”, carica che gli assegnava la direzione politica e militare di tutta la penisola italica. Tuttavia la condotta amministrativa di Marco Antonio fu meno brillante del previsto, e ciò segnò un brusco raffreddamento nelle relazioni fra lui e Cesare il quale decise di rimuoverlo dall’importante incarico. Nonostante ciò per l’anno 44 a.C., Marco Antonio divise il consolato con lo stesso Cesare, ma la fine di quest’ultimo era vicina e si consumò il 15 marzo di quell’anno. Nell’immediato Antonio scelse la calma e la diplomazia con i cesaricidi tentando con ogni mezzo di evitare un ennesima guerra civile, tuttavia, durante le celebrazioni funebri la vista del corpo di Cesare sporco di sangue, accese il popolo d’ira contro i suoi assassini.

Marco Antonio, il secondo triumvirato:

Il vuoto di potere lasciato da Giulio Cesare lasciava così emergere tre fazioni politiche ben distinte fra loro: da una parte Marco Antonio, dall’altra il giovane Ottaviano, figlio adottivo di Cesare, che al comando dei veterani del dittatore stava già facendo rotta sull’Italia, da Apollonia dove si trovava, e per ultimo la fazione dei cesaricidi che controllava la Gallia Cisalpina. Il rapporto fra Marco Antonio e Ottaviano fu pessimo fin da subito, con il ripetuto contendersi il legittimo potere lasciato in eredità da Cesare, in più, Cicerone ora appoggiava Ottaviano, screditando Antonio in ogni modo possibile. Le avversioni politiche di Cicerone che ostacolavano Antonio, portarono allo scontro il generale romano con le legioni consolari a Modena, lo scontro vide la sconfitta di Antonio, nonostante Aulo Irzio, uno dei consoli vi trovò la morte. Marco Antonio si ritirò con il suo esercito fra mille difficoltà, ma Ottaviano, che lentamente andava prendendosi la scena politica, decise di accantonare l’influente Cicerone, per cercare un accordo con lo stesso Marco Antonio per evitare un nuovo bagno di sangue. Queste trattative sfociarono nel secondo triumvirato, formato da Ottaviano, Antonio e Lepido, questo accordo stipulato a Bologna, a differenza del primo fra Cesare Pompeo e Crasso, che si trattava in buona sostanza di un accordo privato, venne considerato una magistratura ufficiale. L’accordo valido per cinque anni venne ratificato con la “Lex Titia” del 27 novembre del 43 a.C.. Per suggellare ulteriormente questo accordo, Ottaviano sposò la figliastra di Antonio, Clodia, ma questo triumvirato era mal voluto dal popolo, principalmente per colpa di Antonio, uomo più avanti con l’età e certamente più potente fra i tre, in più, Antonio ora viveva nella casa che fu di Pompeo, ancora molto amato dai romani, cosa che lo rese inviso ai più. Comunque i triumviri ottennero dai comizi la condanna dei cesaricidi, iniziando una caccia sistematica che portò all’eliminazione di tutti i complottisti. Anche Cicerone, come grande nemico di Cesare, venne assassinato dal centurione Erennio nella sua tenuta di Formia,  e in seguito nel 42 a.C., con la grande vittoria di Filippi, si chiuse il capitolo anche per i due maggiori congiurati, Bruto e Cassio, che a causa della sconfitta si tolsero la vita. Nel 40 a.C. un nuovo accordo di pace venne stipulato fra Antonio e Ottaviano, cosa che portò ad una nuova spartizione dei territori da parte dei Triumviri.

Marco Antonio e Cleopatra
Marco Antonio e Cleopatra

Marco Antonio e Cleopatra:

Marco Antonio tornò quindi a rivolgere le sue attenzioni verso oriente, preparando una grande spedizione contro i Parti. I suoi preparativi vennero però frustrati dalla ribellione del figlio di Pompeo, Sesto, che con la sua flotta bloccò i principali porti del sud Italia. Ottaviano di conseguenza fu costretto ad impiegare le legioni  promesse ad Antonio per la sua campagna. Marco Antonio non reagì bene e fu solo grazie all’intervento di Ottavia, sorella di Ottaviano e moglie di Antonio, che si evitò una guerra, non solo, grazie a lei, i due giunsero ad un nuovo accordo, questa volta stipulato a Taranto nel 38 a.C., rinnovando il triumvirato per altri cinque anni. Marco Antonio però, stanco dei tentennamenti di Ottaviano, decise di testa sua di recarsi in Egitto da Cleopatra, dove radunò un esercito per poi dirigersi verso la Partia. Sfortunatamente per lui la sua spedizione fu un completo disastro che gli fece perdere quasi tutti i suoi uomini durante la ritirata verso l’Armenia. Nel frattempo a Roma, Ottaviano prese ad accusare Antonio di immoralità per avere abbandonato la moglie Ottavia, a beneficio della regina d’Egitto Cleopatra, ma nonostante dalla capitale partissero numerosi inviti ad Antonio per fare ritorno in città, egli preferì ignorarli,  rimanendo ad Alessandria con l’amata Cleopatra dalla quale ebbe ben tre figli. Nel 34 a.C., Marco Antonio, con l’aiuto finanziario dell’Egitto conquistò l’Armenia, celebrando poi il suo trionfo insieme a Cleopatra ad Alessandria, cosa che segnò in modo molto negativo l’opinione pubblica romana, a causa di questa insolita procedura. Un nuovo conflitto era ormai inevitabile, e Ottaviano trovo la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, nel testamento di Marco Antonio che alla sua morte lasciava i territori orientali nelle mani di Cleopatra, regina dell’Egitto, e di Cesarione, figlio che la bella sovrana aveva avuto precedentemente con Giulio Cesare. Per Ottaviano e il Senato, tutto questo era troppo, Marco Antonio venne dichiarato nemico di Roma, e subito dopo venne ratificata la dichiarazione di guerra verso L’Egitto. Tutto si risolse il 2 settembre del 31 a.C., con la famosa battaglia navale di Azio dove la flotta di Ottaviano vinse su tutti i fronti, costringendo Cleopatra e Marco Antonio a far ritorno precipitosamente ad Alessandria. Quasi un anno più tardi, il 30 agosto del 30 a.C., Ottaviano con le sue truppe invase l’Egitto, Marco Antonio, non avendo più alcuna via di scampo preferì togliersi la vita, cosa che fece la stessa Cleopatra pochi giorni più tardi.

Si ringrazia per le foto:

http://misterstoria.blogspot.com/2015/07/marco-antonio-il-rivale-di-augusto.html

https://www.ilsussidiario.net/news/cultura/2017/12/16/marco-antonio-e-cleopatra-alberto-angela-approfondira-la-loro-storia-su-ulisse-puntata-del-16-dicembre-2017/797444/

 

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