quale fu La più grande vittoria di roma? : per la sua sopravvivenza:
Prendendo in considerazione la situazione di pericolo imminente in cui si trovava la città, va sicuramente riportata in termini di importanza la poco nota, ma decisiva, vittoria romana sul fiume Metauro, nel giugno del 207 a.C., ai danni delle truppe cartaginesi guidate dal fratello di Annibale, Asdrubale.
La seconda guerra punica era in pieno svolgimento, Annibale già da diversi anni imperversava lungo tutto la penisola italica, mettendo a serio rischio l’incolumità della città eterna, e proprio in quel frangente, il fratello Asdrubale, con una mossa tanto avventata quanto audace, ripercorse le stesse orme di Annibale, e alla testa del suo esercito, marciò attraverso le Alpi prima di irrompere nel nord Italia, pronto a dare man forte al fratello, con l’intento di riunirsi a lui, in modo da creare un esercito molto più vasto e temibile, in grado probabilmente di marciare verso la Capitale e di saccheggiarla. Da parte romana la minaccia venne fronteggiata dai comandanti, Marco Livio Salinatore e da Gaio Claudio Nero, i quali bloccarono la discesa di Asdrubale nelle Marche, sul fiume Metauro, imponendogli una severa sconfitta che coincise anche con la morte sul campo del fratello di Annibale, facendo perdere a quest’ultimo ogni speranza di avere qualche tipo di aiuto dalla madre patria, relegandolo nel sud della penisola, dove già da qualche tempo, la mancanza di rifornimenti gli impediva la sua solita pericolosità.
Come successo difensivo non va trascurata neppure la grande vittoria di Gaio Mario ai danni delle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni, i successi sui barbari ad Acquae Sextiae (odierna Aix en Provence, nel sud della Francia) e dei Campi Raudii (probabilmente nei pressi di Vercelli), permisero al generale romano di stroncare sul nascere il tentativo di invasione di queste due temibili tribù, ma è opinione comune che quella del Metauro fu molto più decisiva, se non altro per la grande vicinanza alla città, rispetto ai germani che seppur fossero riusciti a resistere, avrebbero avuto ancora tutta la penisola italica da attraversare.
quale fu la piu’ grande vittoria di roma? un capolavoro di tattica:
Se consideriamo l’aspetto tattico sul campo di battaglia, l’episodio più riuscito e rilevante fu senza’altro il successo di Scipione su Annibale, a Zama nel 202 a.C., ovvero l’atto conclusivo della seconda guerra punica. Scipione aveva nel corso degli anni studiato le tattiche di guerra del generale cartaginese, avendo poi l’occasione di metterle in pratica, perfezionandole, a capo dei suoi uomini durante la conquista della Spagna, così il 19 ottobre del 202 a.C., ottenne sul campo lo scontro frontale con quello che formalmente era il suo “maestro”. Le due linee nemiche si affrontarono con estrema tenacia, in particolare erano molto temuti dai romani i reparti di veterani di ritorno dalle campagne d’Italia, ma l’arma vincente di Scipione fu la cavalleria, che Annibale riuscì a fare allontanare al prinicipio dello scontro, ma che in un secondo momento, rientrata dopo aver sconfitto quella punica, risultò decisiva nel caricare alle spalle le linee cartaginesi causandone la rotta. Scipione aveva così ottenuto una vittoria memorabile contro un nemico che fino a quel momento era considerato imbattibile. La vittoria di Zama viene considerato un capolavoro tattico di Scipione anche se nello specifico la guerra poteva già considerarsi conclusa, in quanto i romani avevano già in parte neutralizzato le forze puniche e conquistato le principali zone costiere del Mediterraneo, portando Cartagine in una crisi che non le consentiva oltre di trovare le risorse necessarie per continuare il conflitto.
quale fu la piu’ grande vittoria di roma? un’assedio per conquistare nuovi territori:
Fino ad ora abbiamo provato a rispondere a questa domanda, esaminando episodi in difesa dei propri confini, oppure prettamente legati alla tattica sul campo, ma quale fu la più grande vittoria di Roma per espandere i suoi territori? La scelta non può che cadere sull’assedio di Giulio Cesare ad Alesia nel 52 a.C.. Dopo sette anni di cruente campagne militari in Gallia, il generale romano aveva praticamente assoggettato l’intera regione, tuttavia il carismatico Vercingetorige, era riuscito a coalizzare una moltitudine di genti, che per l’ultima volta cercarono di sovvertire l’ordine delle cose. L’assedio di Alesia è passato alla storia per l’imponenza delle strutture innalzate dai romani attorno alla cittadella: una lunga e doppia palizzata circondava Alesia, la prima più interna costringeva alla fame gli abitanti, mentre quella più esterna fungeva da sistema difensivo dalle tribù barbariche che accorrevano dall’esterno per dare man forte ai loro alleati, quello che ne scaturì fu uno scontro impressionante, con gli uomini di Cesare impegnati a rintuzzare le sortite degli abitanti e a difendersi dagli impressionanti assalti delle molteplici tribù che si alternavano negli attacchi dall’esterno, uno scontro che causò migliaia di morti su entrambi i fronti, con i romani sul punto di capitolare in più occasioni, ma che alla fine ottennero una leggendaria vittoria, che portò alla resa incondizionata di Vercingetorige e di tutta la Gallia. Dopo la vittoria di Alesia si formalizzò la costituzione della nuova provincia della Gallia, avviando un processo destinato a modificare radicalmente il volto dell’Europa di allora, con riverberi che arrivano ancora oggi ai giorni nostri. La germanizzazione del nord Europa subì un duro colpo, apportando allo stesso tempo enormi ricchezze a Roma che poteva ora contare su di una vasta quantità di terreni fertili che risultarono determinanti per il seguito della sua storia.
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