Taverne Popine Cauponae e Mansiones

Taverne Popine Cauponae e Mansiones, tutto questo significa fare un viaggio a ritroso in quelle che sono le origini dei moderni bar, ristoranti o alberghi, una ulteriore prova che tutto sommato la vita degli antichi romani, non era poi così differente dalla nostra. Ma andiamo per gradi.

Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones
Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones

Taverne Popine Cauponae e mansiones, cos’erano?

Sostanzialmente tutti questi posti avevano in comune l’accoglienza verso un viandante occasionale oppure verso una clientela fissa, con lo scopo di rifocillare gli avventori con cibo e vino in quantità, e in molti casi offrire loro anche una stanza dove trascorrere la notte, ma andiamo con ordine e vediamo in cosa differivano fra loro.

Partiamo dalla parola Thermopolium, un termine di origine greca, e per questo poco usato come termine fra il popolo romano, infatti, potendo fare un viaggio indietro nel tempo con la possibilità di chiedere ad un comune cittadino dove si trovasse il thermopolium più vicino, ci sono ottime possibilità che l’interrogato non avesse la minima idea di cosa si trattasse. Probabilmente solo qualche erudito intellettuale, in grado di capire il greco, avrebbe capito la domanda, molto più semplice il termine  più colloquiale di Popina, questa si una parola usata e capita da tutti! In pratica il Theromopolium e la Popina, erano sostanzialmente la stessa cosa, ovvero un’osteria, dove venivano serviti varie tipologie di vini e di cibi, come olive, pane e stufati di varia natura. Le popine erano locali spesso mal frequentati che molte volte godevano di pessima fama, venendo solitamente visitate da persone di bassa estrazione culturale, come, schiavi, liberti o stranieri, tutti personaggi associati dalle varie fonti antiche ad ubriachezza molesta o a comportamenti quantomeno immorali. Sempre dalle fonti del periodo ci viene tramandata anche l’esistenza di un  locale più angusto e malfamato della popina, chiamato gurgustium, caratterizzato per lo sgradevole odore che fuoriusciva dalle cucine.

Taverne Popine Cauponae e mansiones:

Nell’antica Roma la Taverna, o Taberna, come la chiamavano gli antichi, era un ambiente più ampio e aperto verso l’esterno, e generalmente dedicato ad attività commerciali di vario tipo. Questi ambienti si trovavano inseriti all’interno di edifici pubblici o privati, e aperti solitamente verso la strada. Le taverne erano costituite da un unico ambiente, ma talvolta potevano anche essere dotate di un retro bottega, a cui si accedeva mediante una piccola scala. Questo retrobottega poteva servire da piccolo magazzino per le scorte ma anche come abitazione per il proprietario. A seconda delle attività che vi venivano svolte, nella taverna potevano essere presenti vasche per la preparazione di cibi cotti o di bevande, ma se inserita in edifici pubblici, poteva anche essere utilizzata per fini amministrativi, o per altre funzioni a contatto con il pubblico.

A Roma il centro principale dove venivano svolte le attività commerciali era in epoca più antica, il Foro Romano, dove infatti si potevano trovare le taverne dedicate alla vendita di carni, sostuite più tardi dalle tabernae argentariae, la versione primitiva delle odierne banche. Con il passare del tempo il Foro assunse un ruolo sempre più centrale e riservato per la maggior parte a cerimonie religiose, o ad attività politiche, ragion per cui ogni attività commerciale iniziò a spostarsi sempre più verso l’esterno della città, in edifici che venivano appositamente costruiti, come ad esempio il “macellum”, luogo destinato alla vendita di carne e pesce. Negli edifici a più piani come le famose insulae, le taverne venivano aperte ai livelli inferiori, e i loro gestori venivano chiamati “Tabernari”, che in molti casi non erano altro che gestori o affittuari dell’attività per conto del proprietario dell’immobile stesso.

Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones
Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones

Taverne Popine Cauponae e mansiones:

Vi erano poi le Cauponae, ostelli privati adibiti anche a ristoranti dove bere  e mangiare, solitamente costruite nei dintorni delle “Mansio”, ma molto meno lussuose di queste ultime. Lungo le vie principali dell’antica Pompei ne sono state rinvenute diverse, con un ambiente aperto lungo la strada e dotate quasi sempre di un’insegna in legno al di fuori della facciata, un’abitudine giunta fino al medioevo. All’interno avremo trovato un grande banco in muratura, in cui erano inseriti dei contenitori di coccio per contenere i cibi, una serie di mensole, anch’esse in muratura, per mostrare le stoviglie e i bicchieri, e un piccolo forno dove poter cuocere pane o focacce. Le Cauponae più grandi potevano essere dotate di ulteriori sale dove ospitare più clienti o addirittura di pergolati dove allestire dei triclini per clienti più esigenti e ricchi. Uno degli esempi meglio conservati di Caupona lo troviamo a Pompei lungo via dell’Abbondanza, e il suo proprietario si chiamava Vetuzio Placido.

La Caupona di Vetuzio Placido, disponeva di un grosso ambiente, aperto lungo via dell’Abbondanza, una delle strade più trafficate dell’antica Pompei. Il locale all’interno è costituito da un banco in muratura a forma di ferro di cavallo, al cui interno sono incastonati ben 11 contenitori per il cibo, un piccolo fornello serviva a scaldare gli alimenti, mentre sulla destra, una piccola scala conduceva in una piccola cantina. Sulla parete sul fondo, fra le due porte che conducevano ad un’altra sala da pranzo e ad un giardino interno, un magnifico dipinto rappresenta un larario con al centro un piccolo Genio che celebra un sacrificio, mentre sul fondo sono riconoscibili Mercurio e Bacco, le due divinità protettrici dell’attività.

Le Cauponae erano presenti lungo tutte le strade, anche in aperta campagna, dove offrivano anche un giaciglio per la notte. Molto più malfamate rispetto alle Mansio, dotate di molte più comodità, le Cauponae erano spesso frequentate da malfattori e prostitute, una circostanza confermata anche dai numerosi graffiti rinvenuti al loro interno.

Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones
Taverne, Popine, Cauponae e Mansiones

Taverne, Popine, Cauponae e mansiones:

Di ben altra natura e lusso erano invece le Mansiones, una sorta di piccolo albergo lungo la strada, dove trovavano ristoro coloro che viaggiavano per incarichi ufficiali. Dotate di impianti termali e di stanze riccamente decorate, le mansiones erano corredate anche di magazzini e scuderie dove era possibile prendersi cura degli animali, non che di cambiarli per il proseguo del viaggio. Le mansiones si trovavano a circa un giorno di tragitto le une dalle altre ed erano posizionate solitamente nelle vicinanze di incroci o di attraversamenti di fiumi. Le mansiones erano indubbiamente luoghi molto confortevoli, e non poteva essere altrimenti visto che gli avventori erano personalità importanti che viaggiavano per conto dell’impero, con documenti ufficiali da consegnare, e potevano essere militari di alto grado, ambasciatori o uomini politici. Attorno a queste strutture nel corso dei secoli nacquero accampamenti militari e poi vere e proprie città, come ad esempio, Modena, Reggio Emilia, Desenzano sul Garda, in Italia, oppure come Tolosa, Narbonne, e Briancon, in Francia. In proposito è molto interessante l’itinerarium Burdigalense, ovvero il più antico racconto di un pellegrino cristiano, diretto da Burdigala (Bordeaux), fino a Gerusalemme, e scritto attorno al 333-334 d.C.. Questo documento, incredibilmente dettagliato, descrive, non solo le mansiones incontrate lungo il percorso, ma anche le singole mutationes, ovvero i luoghi dove era solo possibile cambiare, o prendersi cura del cavallo per proseguire il tragitto.Tutte le tappe di questo lungo percorso sono intervallate solo da qualche piccola osservazione personale, e ogni luogo incontrato è suddiviso in mutatio, mansio, e civitas.

 

 

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