Vedio Pollione, un liberto crudele

Nell’antica Roma , e in particolare in epoca imperiale, soprusi e nefandezze di ogni tipo nei confronti degli schiavi, erano pratiche che rientravano nella normalità delle cose. La servitù infatti era totalmente priva di ogni diritto civile e pertanto erano considerati niente più che semplici oggetti. La loro unica via di salvezza era la possibilità di elevarsi a liberti, qual’ora il dominus decidesse di rinunciare generosamente ad esercitare su di loro la potestà. Sfortunatamente però, in diverse circostanze neppure nei casi di manomissione, i liberti poterono trovare una loro giusta emancipazione e Vedio Pollione, un liberto crudele ce lo dimostra ampiamente.

Vedio Pollione, un liberto crudele, villa Di Vedio a Posillipo
Vedio Pollione, un liberto crudele, Villa di Vedio a Posillipo

I liberti nel corso della loro vita, anche se svincolati dal loro padrone, rimanevano comunque sempre in una sorta di debito perenne verso chi li aveva per così dire liberati, certo potevano aprire attività commerciali con le quali tentare di arricchirsi, e prepararsi la strada ad eventuali cariche pubbliche a seconda delle loro possibilità, tuttavia il cordone ombelicale che li legava al loro vecchio dominus, dal punto di vista economico, li vincolava ancora con diversi obblighi. La storia di Vedio Pollione, un liberto crudele, va proprio in questa direzione, le sue origini legate ad una famiglia di liberti legata niente di meno che allo stesso Ottaviano Augusto, fece si che nel corso della sua vita riuscì ad arricchirsi talmente tanto da edificare una sontuosa villa sul promontorio di Posillipo, a Napoli, già allora una delle località più in voga per le sue bellezze paesaggistiche.

vedio pollione, un liberto crudele: ascesa e similutidini varie:

La sua ascesa politica fu per molti suoi contemporanei fonte di grandissimia invidia, non fosse altro perchè lo stesso Augusto, incaricò Vedio Pollione di organizzare economicamente e amministrativamente la ricchissima provincia d’Asia. Inutile specificare la quantità di denaro che Vedio si ritrovò per le mani, denaro che certamente utilizzò per compiacere la scelta di Augusto, ma che probabilmente tenne anche per se, testimonianza ne sono le varie migliorie apportate alla sua già enorme villa sul golfo di Napoli. Ma quella era già un epoca dove la proverbiale moderazione e austerità repubblicana stava scemando verso un mondo di lussuria, avidità  e pura ostentazione, come qualche anno più tardi avrebbe lamentato lo stesso Seneca. Il pungente Petronio, vissuto qualche decennio più tardi, all’epoca di Nerone, offrirà nel suo “Satyricon”, un quadro molto chiaro di quei tempi nella figura del liberto Trimalchione, in aperta polemica contro la corruzione e il declino morale dilagante. Il personaggio di Petronio ricalca quasi fedelmente la storia di Vedio Pollione, tranne la provenienza, Trimalchione infatti viene fatto risalire a origini asiatiche, mentre Vedio era campano, ma a parte questo, entrambi erano stati svincolati dal proprio dominus Augusto, ed entrambi avevano diementicato velocemente le loro umili origini una volta arricchitisi. Anche nella storia di Petronio, Trimalchione, divenne un funzionario di Augusto, e una volta divenuto patronus, dimenticando la propria origine servile, non si faceva alcun scrupolo nel punire i suoi schiavi per futili motivi, che potevano essere una semplice dimenticanza, o la caduta a terra di un vassoio o di un bicchiere, anche in modo atroce come vedremo. Le dinamiche descritte da Petronio sono pressochè uguali a quelle raccontate da Seneca a proposito di Vedio Pollione, con l’unica differenza che il nostro Vedio aveva una vena molto più sadica rispetto al personaggio inventato nelle satire di Petronio. Il crudele Vedio Pollione aveva infatti escogitato un metodo a dir poco terribile per punire i suoi schiavi, all’esterno della sua grande villa, egli aveva fatto costruire una grande piscina piena di grosse murene, un anfibio di cui i romani andavano ghiotti, ma che andavano anche nutrite, e cosa c’era di meglio di uno schiavo negligente? Una scelta che oggi ci fa a dir poco inorridire, ma che ci fa capire il valore della vita di uno schiavo di allora. Tuttavia questa pratica, nonostante i tempi scandalizzò persino lo stesso Augusto, tradizionalmente moderato e frugale come si confaceva ad un buon romano, tanto da farlo intervenire in prima persona.

Vedio Pollione, un liberto crudele
Vedio Pollione, un liberto crudele

vedio pollione, un liberto crudele: conclusione:

Nella sua inadeguatezza  culturale, Vedio Pollione, convinto di compiacere Augusto con le sue sadiche abitudini, lo invitò a cena per mostrargliele di persona, così al primo bicchiere rotto, il malcapitato schiavo venne gettato fra le fauci di grosse murene, con la convinzione che Augusto apprezzasse quella orribile visione. L’arricchirsi a dismisura, il potere comprare qualunque cosa col denaro, non faceva però di Vedio Pollione un dotto erudito, la cultura infatti era l’unica cosa che col denaro non si poteva avere,  e naturalmente con Augusto si sbagliò di grosso, Ottaviano, grande moralizzatore e sostenitore degli antichi costumi, a quella vista inorridì e non poco, e diede subito ordine di gettare ogni calice in quella vasca, dopo di che riprese Vedio con queste parole:

 “Tantum tibi placebis ut ibi aliquem duci iubeas ubi Caesar est?“. “Sei tanto compiaciuto di te stesso da pronunciare una condanna a morte, là dove è presente l’imperatore?”.

Parole più affilate dei denti delle murene che avevano appena ucciso lo schiavo malcapitato, verso un liberto che cercava solo l’approvazione del suo vecchio patronus, e chissà se dopo quel severo ammonimento, il crudele Vedio Pollione continuò ancora  a vantarsi per i suoi metodi spietati. Non lo sapremo mai, di sicuro però quell’amicizia fu per Augusto piuttosto scomoda, mettendolo più volte in imbarazzo, un’amicizia che gli verrà rinfacciata aspramente anche anni più tardi, e a cui il primo imperatore di Roma, cercò di rimediare. Alla morte di Vedio Pollione infatti Augusto gli attribuì la “Damnatio Memoriae”, cancellando ogni prova dell’esistenza del liberto, dopo di che ereditò la sua casa romana e la sontuosa villa di Posillipo, non che tutto il denaro che Vedio aveva messo da parte con il suo commercio di vini.

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https://www.storiachepassione.it/vedio-pollione-il-crudele-liberto-che-dava-in-pasto-i-suoi-schiavi-alle-murene/

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