Vita di Augusto

La vita di Augusto fu un  incredibile turbinio di eventi e di capovolgimenti di fronte, tanto che risulta strano come oggi l’industria cinematografica, non abbia adattato su di lui un kolossal. Infatti la sua vita si svolse in uno dei momenti più drammatici della storia di Roma, a cui lui contribuì in modo decisivo a plasmarne i grandi cambiamenti che si vennero a verificare. Augusto fu il vero fondatore dell’impero, sotto il suo impulso le regioni sottomesse si estendevano dalla Gran Bretagna alle sponde del Mar Caspio, e dalla Germania fin quasi al deserto del Sahara, un impero che lascia ancora oggi un segno indelebile sulle nostre vite, sulle lingue parlate in Europa e non, sulle opere di ingegneria, e sul diritto.

Vita di Augusto
Vita di Augusto

La vita di Augusto comincia a Roma in un’abitazione sulle pendici del Palatino, il 23 settembre del 63 a.C., con il nome di Gaio Ottavio, stesso nome del padre, discendente di una nobile famiglia originaria di Velletri, e dalla madre Azia, nipote del grande Giulio Cesare. Il piccolo Gaio Ottavio rimase però presto orfano del padre, così fu il suo famoso zio ad occuparsi della sua formazione culturale e militare. Il giovane Gaio Ottavio venne così inviato ad Apollonia a studiare, sotto l’attenta guida di Apollodoro di Pergamo, in compagnia di Gaio Clinio Mecenate, e di Marco Vipsanio Agrippa, con i quali formerà una triade di successo legata da un’amicizia profondissima. Proprio qui ad Apollonia giunse presto però una notizia terribile, lo zio Caio Giulio Cesare, che tanto si era distinito in Gallia per averla sottomessa, aveva varcato in armi il Rubicone e si era messo in marcia su Roma, dove il Senato, con Pompeo in prima persona, lo aveva dichiarato un pericolo per la Repubblica, dopo di che aveva subito un attentato mortale per mano di numerosi cospiratori, ansiosi di rimettere in piedi il vecchio sistema di governo, che lui stava gradualmente modificando. Giulio Cesare, entrato a Roma vittorioso, riuscì senza difficoltà a farsi eleggere dittatore a vita, dividendo il consolato con l’amico Marco Antonio, ma questa suo totale controllo sulla vita della città finì per costargli la vita, così, nel 44 a.C., all’apertura del testamento, letto pubblicamente, Gaio Ottavio scopre che il suo zio e tutore lo aveva adottato, rendendolo erede di tutte le sue fortune. Naturalmente tutto questo a chi aveva velleità di potere non piacque molto, ma dopo un periodo di scontri cruenti, Ottaviano, Marco Antonio ed Emilio Lepido, scesero a compromessi, dividendosi il potere, e creando il secondo triumvirato. Questo accordo venne sancito dal Senato nel 43 a.C.,  creando una magistratura avente la validità di 10 anni, e subito l’anno successivo, a seguito della battaglia di Filippi, Antonio ed Ottaviano uscirono vincitori sulla coalizione messa in piedi dai cospiratori di Cesare, annientandoli e ottenendo la loro vendetta.

Nel 40 a.C., vengono sanciti gli accordi di Brindisi in cui si stabiliva la spartizione dei territori fra i tre triumviri, ad Antonio toccò il controllo di tutta la parte orientale, a Lepido andò l’Africa, mentre Ottaviano si trovò a governare l’occidente. I problemi però erano appena all’inizio, Lepido tentò un colpo di mano per assicurarsi un maggior peso politico, tentando di allearsi con Sesto Pompeo, figlio di Pompeo Magno, che gestiva i suoi uomini dalla Sicilia, regolando a suo piacimento l’afflusso di grano nella Capitale proveniente dall’Africa. Ottaviano, scoperto il suo piano lo esiliò, escludendolo di fatto dalla vita politica, pur lasciandogli la carica di Pontefice Massimo, dopo di che si occupò di Sesto Pompeo, sconfiggendolo, grazie soprattutto al prezioso aiuto del suo amico e braccio destro, Marco Vipsanio Agrippa. Ormai era chiaro a tutti che alle porte si manifestava uno scontro fratricida fra Antonio ed Ottaviano, infatti, dopo un periodo di forti contrasti, nel 31 a.C., i nodi vennero al pettine di fronte alle coste di Azio, dove la flotta di Augusto ebbe ragione su quella di Antonio e Cleopatra, aprendo di fatto una nuova e decisiva fase.

Augusto, rimasto così solo a gestire un  vasto potere, aveva l’urgente compito di mostrare al popolo come intendeva governare, e il popolo subito lo acclama a gran voce, il che porta il Senato a nominarlo Dictator, tuttavia, Ottaviano, convinto che il potere basato solo sulla sua autorità sarebbe stato di breve durata, con una mossa a sorpresa, nel 27 a.C., durante una celebre seduta in Senato, restituisce la Repubblica nelle mani del Senato e del popolo romano. Lo stesso Augusto nel suo “Res Gestae”, scrive:

“Da allora fui il primo per considerazione e influenza, ma non avevo maggior potere di coloro che erano miei colleghi nelle varie magistrature”. 

In realtà il suo fu un atto formale, infatti attraverso l’attribuzione di diverse cariche, si assicurò da subito che ogni decisione passasse sotto il suo giudizio.

La vita di Augusto si trasformò presto in un successo, per almeno 40 anni infatti, egli si trovò ad amministrare un Impero, trasformando gli stessi suoi sudditi, da agricoltori soldato, a veri cittadini, fieri di appartenere ad uno Stato ben organizzato e in grado di dominare su tutto il mondo allora conosciuto. Augusto riforma ogni cosa, l’esercito, la giustizia e la religione, crea nuovi corpi militari abilitati a mantenere l’ordine pubblico, e alla difesa della fiugura del sovrano, parliamo delle Coorti urbane e dei Pretoriani, garantisce ai militari in congedo un vitalizio, poi si occupa di introdurre nuove leggi a sostegno della famiglia, e delle classi sociali più povere, allo stesso tempo si occupa di far costruire nuove sontuose opere pubbliche come terme e acquedotti, trasformando Roma in una città monumentale, degna Capitale di un nascente impero, organizza poi un nuovo sistema monetario in grado di facilitare nuovi e più rapidi scambi commerciali, insomma, Augusto fu davvero in grado di realizzare tutto ciò che promise.

Vita di Augusto
Vita di Augusto

la vita di augusto, il potere e la pax romana:

Uno dei più grandi pregi di Augusto, fu senza dubbio quello di saper gestire la sua ascesa in modo continuo e graduale, facendo si che ogni sua carica o onoreficenza. gli venne consegnata spontaneamente dal Senato, senza che lui le reclamasse. Già prima della battaglia di Azio venne infatti acclamato “Imperator”, titolo riservato solo ai generali vittoriosi, mentre il titolo di Augusto, (il cui significato è degno di venerazione), gli venne conferito in Senato il 16 gennaio del 27 a.C., e sarà proprio con questo nome che la storia, tutt’ora, ancora lo ricorda. A partire dal 31 a.C., dopo la vittoria di Azio, il Senato lo elegge console ogni anno, conferendogli inoltre l’Imperium proconsulare, ovvero la gestione del potere esecutivo e militare di tutte le province. Dal 23 a.C., il Senato gli consegnò la tribunicia potestas a vita, una carica che segnò in maniera decisiva l’inizio del potere imperiale. Da quel momento infatti Augusto poteva intervenire su qualunque questione amministrativa, avendo diritto di veto sulle decisioni a lui sgradite, o che andavano contro i suoi interessi personali. Augusto ricambiò il popolo romano con almeno quattro decenni di pace, un periodo passato alla storia come “Pax Romana”, anche se va detto che guerre e battaglie non mancarono di certo, specialmente lungo le frontiere a nord e in Spagna. Nonostante tutto però, era sempre presente nell’ombra qualcuno che si opponeva al suo dilagante potere, in nome di una Repubblica che ormai non esisteva più. Augusto di questo ne era conscio, ragion per cui dovette prestare sempre grande attenzione alle sue mosse, preoccupandosi quindi di sventare congiure verso la sua persona, una delle quali vide coinvolta persino sua figlia Giulia, a cui risparmiò la vita, facendola però esiliare.

la vita di augusto, eredi e morte:

Se ad Augusto, politicamente andò tutto bene , lo stesso non si può dire quando si parla della sua successione. Augusto avrà una sola figlia, Giulia, avuta dall’unione con Scribonia, dalla quale divorziò lo stesso giorno della nascita della figlia, per sposare dopo pochi giorni, Livia Drusilla, che poi  rimase al suo fianco per tutta la vita. Giulia in quanto donna, non poteva ambire al trono, così la scelta ricadde sul pupillo di Ottaviano, Marcello, figlio della sorella Ottavia. Marcello sposò Giulia, facendo capire a tutti che alla morte di Augusto, le redini dell’impero sarebbero toccate a lui, sfortunatamente però due anni più tardi trovò la morte in maniera poco chiara. Giulia sposò poi in seconde nozze il fido Agrippa, dal quale ebbe due figli: Caio e Lucio, ma anche in questo caso i due trovarono la morte ancora in giovane età. Ad assicurare la discendenza ad Augusto pensò Livia Drusilla in persona, la quale appoggia il figlio Tiberio, avuto dal suo precedente matrimonio, molti vedono in Livia Drusilla la vera mandante delle morti degli eredi del marito, a beneficio del figlio, e il fatto che Tiberio  sia sempre stato al di fuori delle sfortune che falcidiarono i parenti di Augusto, non fecero altro che alimentarne le voci.  Fatto sta che proprio Tiberio, come ultimo rimasto venne designato, probabilmente con poco entusiasmo, da Augusto come suo successore e adottato come figlio proprio poco prima di morire. Tutte queste sono però solo voci, la versione ufficiale di Svetonio vuole che le ultime parole a Livia del primo sovrano di Roma, furono:  “vivi nel ricordo del nostro matrimonio. Addio”.  

Augusto muore a Nola il 19 di agosto del 14 d.C., e sarà comunque lui a tramandare alla storia  le sue imprese, incidendo sul bronzo le Res Gestae Divi Augusto, una sorta di autobiografia posta nei pressi del suo Mausoleo. Fortunatamente di queste tavole ne vennero fatte diverse copie, e una di queste la troviamo ad Ankara in Turchia,  in una lastra di marmo del tempio di Roma e Augusto, un’altra ancora di epoca moderna è collocata al museo dell’Ara Pacis, sul lato rivolto al Mausoleo di Augusto.

Credits to:

https://www.mausoleodiaugusto.it/it/la-vita-di-augusto/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.