Vita ed eccessi di Eliogabalo

La vita e gli eccessi di Eliogabalo procedettero di pari passo per tutta la durata della  sua breve esistenza.

Quelle che normalmente a noi, ma anche ad un comune antico romano, potevano sembrare intrugli per pozioni magiche, erano in realtà alcune delle pietanze preferite dall’eccentrico imperatore Eliogabalo, il cui vero nome era Sesto Vario Avito Bassiano. Il principato di Eliogabalo fu un continuo rincorrere l’eccesso, e ostentare quanto di più estremo si potesse raggiungere, se infatti altri sovrani come Caligola o Nerone si distinsero oltre  che per gli eccessi anche per la loro crudeltà, anche Eliogabalo non fu da meno, anche se studi recenti tendono in parte a giustificarne il comportamento con una mancata comprensione della solennità del ruolo che ricopriva, ma anche una sostanziale differenza di vedute con il severo conservatorismo del Senato.

Vita ed eccessi di Eliogabalo
Vita ed eccessi di Eliogabalo

VITA ED ECCESSI DI ELIOGABALO, CONTESTO STORICO:

Sesto Bassiano, apparteneva alla dinastia dei Severi che tra la fine del II secolo e l’inizio del III secolo d.C., dominò la scena politica imperiale. Settimio Severo, imperatore e capostipite di tale dinastia, regnò in un periodo di grande instabilità politica e militare che non ebbe termine neppure dopo la successione del figlio Caracalla. Anche sotto la sua guida infatti, si susseguirono tutta una serie di intrighi, cospirazioni, omicidi e riforme che incontrarono l’ostilità di tutta la cittadinanza. Nel 217 d.C., Caracalla trovò la morte per mano di un suo soldato, dopo di che al posto del legittimo successore, il giovane Bassiano, subentrò l’usurpatore, Marco Opelio Macrino, comandante dei pretoriani, il quale, preoccupandosi di essere subito destituito dalla famiglia imperiale, pensò bene di esiliarla nella sua interezza ad Emesa. In oriente andarono così la cognata di Settimio Severo, Giulia Mesa, le sue due figlie, Giulia Mamea e Giulia Soemiade, con il giovane figlio di quest’ultima, Bassiano. Appena giunto in oriente, il legittimo successore al trono imperiale, ascese subito al rango che gli spettava assumendo il titolo di gran sacerdote di Elagabal, il dio del sole di Emesa, da qui il soprannome di Eliogabalo con cui il futuro sovrano passò alla storia. Nel frattempo, Giulia Mesa,  che già rimpiangeva Roma, prese a tramare per spodestare Macrino e fare ritorno in città. Per un madornale errore del nuovo usurpatore, che nonostante avesse mandato in esilio la famiglia imperiale,  non ne aveva confiscato i beni, il piano di Giulia Mesa, sortì in breve tempo l’effetto desiderato. Ella infatti sparse la voce, approfittando anche di una certa somiglianza fra Bassiano e Caracalla, che il nipote fosse fosse figlio diretto del defunto sovrano, utilizzando contemporaneamente tutte le sue ricchezze per corrompere le legioni stanziate in Siria. Esercitando le sue funzioni di gran sacerdote, il giovane Bassiano fece il resto, infatti il suo aspetto, raffinato ed effemminato, attirò l’attenzione di molti soldati che da tempo frequentavano il tempio, così il suo aspetto avvenente e le bugie di Giulia Mesa raggiunsero l’obiettivo sperato.

VITA ED ECCESSI DI ELIOGABALO, ascesa al potere:

Nel maggio del 218 d.C., il giovane Eliogabalo venne acclamato imperatore dalla Legio III Gallica, e presto altre legioni stanziate in oriente, ne riconobbero la legittimità, muovendo subito guerra contro Macrino che venne sconfitto ed ucciso in battaglia presso Antiochia. Dopo la morte di Macrino, anche il Senato riconobbe l’autorità di Eliogabalo che divenne quindi ufficialmente il nuovo imperatore di Roma. Le notizie del suo operato ci giungono direttamente dalla Historia Augusta, redatta presumibilmente sugli scritti di diversi autori di epoca postuma allo svolgimento dei fatti. Uno di questi, Elio Lampridio, vissuto nel IV secolo, scrive: “….non avrei scritto della sua vita, con la speranza di non far sapere che egli fu Imperatore di Roma,  se prima non avessero detenuto il potere Caligola, Nerone e Vitellio”.  Le fonti in effetti ci tramandano che nel 219 d.C., quando la nuova corte imperiale raggiunse Roma, il giovane Eliogabalo si distinse subito per le sue stravaganze, dedicandosi più al culto di Elagabal che alla cura dell’impero stesso. Su suo ordine arrivò direttamente da Emesa il simulacro del dio, un monolite di forma conica e di colore nero, e ospitato per l’occasione sul Palatino, all’interno dell’Elagabalium, un tempio appositamente costruito, di cui oggi rimangono solo pochi resti, ordinando poi che ogni sacra reliquia delle divintà romane fosse trasportata all’interno dello stesso. Anche la madre e la nonna dell’imperatore divennero una parte attiva della politica romana, proclamate “Auguste”, potevano assistere alle sedute del Senato, al quale l’Imperatore ne affiancò uno completamente femminile, il “Senaculum mulierum”, situato sul colle Quirinale e chiamato a decidere su argomenti di secondaria importanza e presieduto da Giulia Mesa e Giulia Soemiade.

Vita ed eccessi di Eliogabalo
Vita ed eccessi di Eliogabalo

VITA ED ECCESSI DI ELIOGABALO, crudeltà e vizi:

Eliogabalo, nella speranza di avere subito un erede che potesse rinforzare la sua dinastia, sposò con un ricco matrimonio Giulia Cornelia Paula, appartenente ad una delle famiglie più in vista della città, ben presto però la volubilità del sovrano prese il sopravvento, e poco tempo dopo, ripudiò la moglie per sposare Aquilia Severa, che aveva la particolarità di essere una vergine vestale, inutile dire che il gesto provocò uno scandalo epocale. Purtroppo i gesti estremi di Eliogabalo, furono talmente numerosi che i romani finirono quasi per abituarsi a questi eccessi, i suoi atti osceni in onore del suo dio si moltiplicarono in un susseguirsi di discutibili sacrifici animali e persino umani, arrivando addirittura ad uccidere giovani ragazzi , per poi organizzare libagioni in onore di Elagabal, mischiando ai cibi il sangue delle sue vittime. Si racconta poi, anche se non ci sono prove, che abbia organizzato naumachie al circo massimo , le cui imbarcazioni venivano fatte galleggiare sul vino anzichè sull’acqua, non meno impressionanti furono le numerose processioni di carri trainati da tigri, elefanti e leoni, che scalando il colle Vaticano, danneggiavano al loro passaggio le tombe degli antenati. Ancora altre fonti ci tramandano di come gli eccessi dell’imperatore si tramutassero in strani gesti di generosità, come ad esempio il lancio di animali vivi dalle finestre del suo palazzo, che in molte occasioni causavano violente risse fra coloro che accorrevano per impossessarsene. Si narra poi ancora che per prendersi gioco dei suoi ospiti, in diverse occasioni facesse servire del cibo finto, in legno, o cera, e che una volta, versò talmente tanti petali di rosa sui suoi commensali, fino a seppellirli e soffocarli.  Gli scandali si riverberarono presto anche sulla vita politica, finirono infatti per essere nominati alle più alte cariche dello Stato, schiavi, atleti, e aurighi, ovvero tutti coloro che potevano soddisfare i suoi turpi vizi. Proprio Cassio Dione, scrittore e senatore, contemporaneo dell’epoca, ci racconta che la relazione più duratura che Eliogabalo riuscì a mantenere, fu proprio con uno schiavo di nome Ierocle, e che inoltre amava truccarsi gli occhi e indossare parrucche, nella Historia Augusta viene citato un sontuoso matrimonio pubblico fra il sovrano e l’atleta Aurelio Avito Zotico.

VITA ED ECCESSI DI ELIOGABALO, la fine:

Per quattro anni Roma dovette convivere con l’imbarazzo che suscitavano le nefandezze di Eliogabalo, e ben presto l’appoggio delle legioni venne meno, non che quello del popolo e del Senato, soprattutto per motivi religiosi, egli infatti non solo aveva introdotto il dio di Emesa nel Pantheon romano, ma l’aveva elevato a divinità principale. Quando Giulia Mesa, nonna del sovrano si accorse della grande ostilità che tutti nutrivano nei confronti del nipote, spostò altrove le sue mire, convincendo l’eccentrico imperatore ad adottare l’altro suo nipote, Marco Bassiano Alessiano, il futuro imperatore Alessandro Severo, che allora aveva solo 12 anni. Il favore che questa scelta suscitò in tutta Roma, scatenò la gelosia di Eliogabalo che tentò subito di eliminare l’ingombrante figura. Questo tentativo però, una volta venuto alla luce, scatenò le ire dei pretoriani, che d’accordo con Giulia Mesa, uccisero il giovane sovrano che nel 222 d.C., aveva appena 18 anni, il suo corpo, poi in segno di sfregio venne gettato nelle acque della Cloaca Massima. Immediatamente dopo vennero eliminati anche tutti i suoi improbabili seguaci, annullati tutti i suoi editti e rispedito in Siria, ad Emesa, il monolite di Elagabal. Da quel momento venne interdetto il Senato alle donne e nei confronti di Eliogabalo venne decretata la “damnatio memoriae”, le sue statue distrutte e il suo nome cancellato da ogni iscrizione o documento, e persino il divieto di piangerlo e di seppellirne la salma. L’unico merito che può avere avuto il giovane Eliogabalo è quello di rinforzare la sua dinastia e permettere alla gens Severa di consolidare il potere e preparare opportunamente un degno successore.

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